giovedì 31 dicembre 2015

Le citazioni del 2015!

Non so se ci avete mai fatto caso, ma in genere alla fine delle recensioni cerco sempre di inserire una citazione che mi ha colpito presa dal libro in questione. Siccome finisce sempre che le mie preferite continuo a scriverle e riscriverle se quaderni di appunti, su social network o altro, ho pensato di andarmi a riguardare tutte le citazioni inserite nel 2015 e riportarvi le mie preferite. Vediamo come va!

Il mondo stava crollando e per me l'unica cosa che contava davvero era che lei fosse ancora viva
- Lo scontro finale, di Rick Riordan
Questa è ovviamente in omaggio al mio amore infinito e assoluto per i Percabeth. 
Non ci posso, e non ci voglio, fare nulla.

***
Ogni donna è l'artefice della propria fortuna
- Il Miniaturista, di Jessie Burton
Altro libro preferito dell'anno: la forza delle parole di Jessie Burton è davvero incredibile per una protagonista persa nel bel mezzo del 1600.

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La bellezza non può competere a lungo con la verità
- L'Accademia del bene e del Male, di Soman Chainani
Questa frase spiega in due parole perché Sophie non sarà mai la mia preferita mentre Agatha con me ha vinto tutto.

***
Stroncare quello che si detesta è un gioco da ragazzi, mentre spiegare esattamente perché ci piace una cosa è tutto un altro discorso
- Il primo amore sei tu, di Stephanie Perkins
Questo è stato il glorioso momento in cui Lola ha spiegato esattamente come mi sento metà delle volte che devo scrivere una recensione.

***
I miti non sono altro che storie sulle verità che abbiamo dimenticato
- Magnus Chase e gli dei di Asgard, di Rick Riordan
Addirittura due citazioni di Riordan su sei... si vede che sa il fatto suo.

***
Rotto non significa irreparabile
- Winter, di Marissa Meyer
Citazione tradotta da me sul momento, vi avviso. 
In inglese è "Broken is not the same as unfixable", che suona pure meglio. 
Ma se ho amato Winter in tutto, questa citazione proprio non poteva mancare.


Le vostre preferite quali sono? :)

Classifica Libri 2015!

Come tutti gli anni, non può mancare la classifica!

1. Quanti libri hai letto nel 2015?
Il - più o meno -  fidato aNobii mi dice che ho letto 52 libri quest'anno. Poteva andare meglio e poteva andare peggio, dai :) Un appunto per la me stessa del prossimo anno: la mia libreria conta ora circa 600 libri (607, ma non è un conto precisissimo quello di aNobii perché alcuni li ho dati via o mi erano stati prestati). Vediamo quanti ne avrò alla fine del 2016!

2. Il miglior libro letto
Non ce l'ho fatta, non ho saputo scegliere! Ci sono altri due libri candidati a miglior libro ma siccome sono riuscita ad inserirli in un paio di categorie qui sotto ho evitato di riproporveli. Mi rimangono questi due quindi: Il Miniaturista, un romanzo storico dalla penna di Jessie Burton che mi ha davvero conquistata e L'Accademia del Bene e del Male, di Soman Chainani che è rimasto con me per tutto l'anno, facendo ogni tanto capolino tra i miei pensieri.

3. E il più brutto?
Non avevo grandi aspettative, ma la serie Happestance di Jamie McGuire mi ha davvero delusa. Quando ti rendi conto che i colpi di scena si vedono lontano un chilometro, la trama non regge e lo stile non esiste... che ci si può fare?

4. Il più sorprendente?
Decisamente uno dei miei preferiti, che per vostra fortuna sono riuscita a non nominare prima. Percy è stato una costante del 2015! Spero che Riordan rimanga sempre il grande narratore che è e che vada avanti a sfornare un volume dopo l'altro, così potrò inserirlo in ogni classifica libresca da qui al duemilamai. 

5. E il più deludente?
Mamma mia. Mamma mia! Credo che Never Always Sometimes sia il libro che mi ha lasciata più spiazzata di questo 2015. Ci sono rimasta talmente male, per il finale, che ancora oggi non riesco a capacitarmene. Quando cerchi un contemporary divertente e ti ritrovi una roba strana, insomma. Se andate a leggere la mia recensione, qui, forse ci capirete di più, ma sono ancora talmente sconvolta che non riesco a spiegarmi.

6. La cover migliore dell'anno?
L'ultimo libro letto quest'anno è finito dritto dritto nei miei preferiti di Sempre. Lui, Winter della meravigliosa Marissa Meyer, l'intera saga e tutti i suoi personaggi. Ci mancava che piangessi sul finale e poi eravamo a posto. Spero di postare presto una recensione o un video a proposito perché io devo parlarne. Non posso trattenermi.


7. Quella peggiore?
Okay, lo so che vista così la cover di Buonanotte amore mio, di Daniela Volonté, non sembra tanto male. Ma girate la testa e guardate i due tizi! Non mi piacciono proprio... In più ho sempre avuto problemi con le cover che fissano. Non posso farci nulla.

8. Quali libri vorresti leggere nel 2016?
La lista qui è sempre un tabù. Non tanto perché non so cosa voglio leggere, anzi. So benissimo cosa voglio leggere, è un elenco più o meno infinito e ogni anno non lo rispetto. Basta vedere i libri che avevi specificato lo scorso anno: erano 6 o 7 e ne ho letto 1. UNO. Incredibile.

9. Quanti erano fiction? E quanti non fiction?
Erano tutti fiction :P In realtà ne ho iniziati un paio che non fossero fiction, un saggio di C. S. Lewis per l'università e il libro di King sulla scrittura, ma siccome non li ho ancora finiti non li considero. Spero saranno nella classifica del 2016!

10. Quanti manga hai letto quest'anno?
Ho riletto uno dei miei preferiti, il primo volume di Nagatacho Strawberry che ho in casa da relativamente poco, ma a parte quello nulla. Come al solito, si spera di leggere nel 2016 quelli accumulati (benché pochi) durante l'anno.

venerdì 25 dicembre 2015

Buon Natale! - 2015


In realtà in questo post ho ben poco da dire! 
Vi auguro un felice Natale da trascorrere con chi più vi piace. 
E noi ci risentiamo tra qualche giorno, ora che ho finito di lavorare.

 Auguri di cuore a tutti!


sabato 19 dicembre 2015

In my mail box #26 - 2015

[La Rubrica appartiene a Kristi del blog The Story Siren]
Questo libro non era assolutamente previsto. Se non fosse che un giorno, passeggiando per Libraccio, mi sono accorta che esisteva lo Script di Downton Abbey (serie che io AMO) scritta, ovviamente, da Julian Fellowes. E mi sono accorta che la cara serie tv sui Crawley non era l'unica cosa che aveva fatto il caro Fellowes, quindi ho subito arraffato una copia di Snob, che non vedo l'ora di leggere, e che dovrebbe trattare anch'esso di aristocrazia inglese. Adoro. 
E intanto piango per la fine di Downton che si avvicina sempre più.
E invece ecco qui due Retelling entrambi in lingua inglese. Uno è Cinderella's Dress di Shonna Slayton che è, senza dubbio, un richiamo a Cenerentola (e non c'è bisogno di ricordarvi quando io la adori). In teoria alla nostra protagonista, discendente della principessa della celebre favola, durante la Seconda Guerra Mondiale viene affidato il vestito originale di Cenerella (e nel secondo volume, Cinderella's Shoe, immagino avvenga la stessa cosa con la scarpetta). Ovviamente le discendenti delle sorellastre cercheranno di ostacolare Kate mentre cerca di svelare il mistero del vestito. 
Del secondo, invece, se mi seguite sulla pagina Fb mi aveve sentito parlare già a sufficienza: dopo una serie di disguidi con Bookdepository, Winter, ultimo volume della serie di Marissa Meyer, è finalmente nelle mie mani. Ho già letto 100 pagine e lo sto amando. Ma non c'erano dubbi. Ah, e per chi fosse interessato alla serie, vi ricordo che Cress - terzo volume delle Cronache Lunari -  verrà portato in Italia da Mondadori in Aprile 2016. Evvai!

lunedì 14 dicembre 2015

Magnus Chase e gli Dei di Asgard - La Spada del Guerriero, di Rick Riordan

Quanto amo Riordan? Tanto.

Titolo: Magnus Chase e gli Dei di Asgard -  La Spada del Guerriero
Autore: Rick Riordan
Pagine: 519
Prezzo: 17,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Secondo la mitologia nordica, quando un uomo muore valorosamente con le spada in mano diventa uno degli immortali guerrieri di Odino, il re degli dei. Magnus Chase, sedici anni e una vita di espedienti, non avrebbe mai immaginato di morire brandendo un'arma millenaria contro un gigante deciso a carbonizzare il Ponte di Boston e migliaia di innoccnti. L'ascesa al Valhalla, l'Olimpo nordico, è solo l'inizio pcr il giovane eroe. Tra bellicose valchirie, nerboruti guerrieri e sontuosi banchetti, Magnus sta per scoprire la sconvolgente verità: suo padre è il divino Freyr e il suo compito è ritrovare la Spada dell'Estate, scongiurando così il Ragnarok, il Giorno del Giudizio, in cui i Nove Mondi saranno distrutti e gli dei si scontreranno in battaglia con i giganti. La vita di Magnus è appena finita. Eppure è appena cominciata. 
Voto: 4/5
Qualche tempo fa vi avevo parlato di Riordan e gli Dei Greci umiliandomi in un video. Oggi mi tocca dirvi due paroline sul suo approccio con la mitologia Nordica. E non vi preoccupate, prima o poi divorerò anche le Kane Chronicles e non mancherò di aggiornarvi... per la vostra gioia.

Io avevo già letto qualcosina sugli Dei Nordici grazie a Joanne Harris, ma è stato un milione di anni fa e, onestamente, non ricordo assolutamente niente di Le parole segrete. Tranne che ad un certo punto la protagonista fa un viaggio sottoterra e la immaginavo come una specie di talpa, ma non è il caso di continuare questo discorso imbarazzante. 
E anche se non contiamo i Thor, Loki e compagnia usciti dalla Marvel, che hanno ben poco a che fare con questo libro.
Quindi, con Magnus Chase è stato un po' come ripartire da zero. Ma siccome il nostro Magnus ne sa ben poco più di un lettore medio come me, è anche divertente vedere il suo approccio con questo universo a cui, di fatto, appartiene anche lui.

Divertente secondo me è proprio la parola chiave per i libri di Riordan, e magari anche per lui stesso! Se un giorno avrò la possibilità di conoscerlo, ve lo farò sapere. In ogni caso, non c'è una pagina che non mi abbia fatta sorridere.

In particolare, Magnus mi ricorda molto Percy. Mentre con la serie degli Eroi dell'Olimpo i personaggi si distaccavano molto (Leo escluso) dal buffone che era Percy, Magnus torna ad assomigliargli. La più grande differenza tra i due è che Percy ormai sa di essere un eroe, e riesce a destreggiarsi con la sua spada e il suo titolo, mentre Magnus si fa guidare da Jack, meglio conosciuto come La Spada dell'Estate, e non è ancora del tutto pronto ad affrontare la componente mitologica del suo mondo da solo.

Certo, il legame con i Greci non si esaurisce qui, perché Annabeth, che appare all'inizio e alla fine del volume, è la cugina di Magnus. Ho idea che la vedremo di nuovo nei volumi successivi (oltre che nella serie su Apollo, prevista per il 2016) e non mi dispiace affatto.
Ovviamente il nostro Magnus non viaggia da solo, ma ci sono con lui un nano, un elfo, e la sua Valchiria. Rispettivamente Blitz, Heart e Sam. Ognuno ha la sua particolarità: un nano appassionato di moda, un elfo sordo con la passione per la magia e una valchiria cacciata dalle valchirie figlia di un dio importante. Ora, tutti e tre mi sono piaciuti per il loro carattere e la determinazione, quindi spero sinceramente di rivederli nel prossimo libro, che sarà intitolato Il Martello di Thor, anche se non ne sono certa al 100%.

Rick Riordan è riuscito ancora una volta ad imbastire una storia scorrevole, veloce, ma ugualmente intrigante ed adatta a tutti. Non avrei potuto chiedere di meglio e Magnus non potrebbe volere narratore migliore. La mia stima per quest'uomo è cresciuta esponenzialmente nel 2015 e spero davvero di incontrarlo un giorno. E' sicuramente l'autore uomo di cui ho letto più libri.

Purtroppo chi non apprezza il lato un po' sciocco della narrazione, proprio perché nel carattere dei personaggi che spesso non riescono a trattenere la battuta neanche a morire, non sono i libri che fanno per voi. Ma se invece farvi due risate e prendere sul serio solo determinati elementi - l'amore, la morte, i nemici secolari e le imprese epiche, che sono ingredienti fondamentali di tutti questi romanzi - non vi dispiace, potreste scoprire qualcosa di nuovo proprio come è successo a me.

I miti non sono altro che storie sulle verità che abbiamo dimenticato

sabato 12 dicembre 2015

In my mail box #25 - 2015

[La Rubrica appartiene a Kristi del blog The Story Siren]
Foto del tutto improvvisata perché non ero in camera mia :P
Ieri ho fatto un salto al Libraccio e ehm... 

Per quanto riguarda Harry, lo ammetto, l'ho comprato nuovo ed è la mia quarta copia di quel libro. Ma, anche se non amo la nuova traduzione, questa copertina mi fa impazzire e so che non si trovano quasi più in giro quindi mi sono finalmente decisa. Di Nome in codice Verity, di Elizabeth Wein, ne avevo sentito parlare tantissimo dai booktuber americani e quando me lo sono trovata davanti all'improvviso, praticamente nuovo, e a metà prezzo... non ci ho neanche dovuto riflettere.

domenica 6 dicembre 2015

Segnalazione! - Flamefrost #2, di Virginia Rainbow

QUI avevamo parlato del primo volume!
Sotto si parla del secondo ;) fate attenzione a possibili spoiler!

Titolo: Flamefrost - Insieme Controcorrente
Autore: Virginia Rainbow
Pagine: 292
Prezzo: 15,90 €
Casa Editrice: Autopubblicato con youcanprint
Dove acquistarlo: Amazon, Youcanprint, Ibs

Trama:
Il rapporto tra Sarah e Gered è arrivato a rottura, ma nessuno può prevedere gli eventi che li porteranno ad avvicinarsi di nuovo. Una serie imprevista di difficoltà cambierà per sempre la vita di Sarah e porterà Gered ad affrontare il biasimo e il contrasto della famiglia. In una escalescion di fughe rocambolesche e momenti di suspense, si dipana il destino dei due protagonisti. Dalle montagne innevate dell'Everest alle foreste dell'Amazzonia, dalle strade di Roma alle segrete della navicella madre, infine la loro strada sarà posta davanti a un bivio dal quale non è possibile fuggire.

L'Autrice
Virginia Rainbow è un'autrice che scrive fin da bambina, creando storie piene di immaginazione e sentimento. Ora passa il suo tempo tra il lavoro e la sua passione per la scrittura. Adora leggere, fare passeggiate in montagna e guardare i cartoni della Walt Disney. Il suo romanzo d'esordio è "The Black Mask".

giovedì 3 dicembre 2015

Segnalazione! - Jolly Roger Saga, di Gabriele Dolzadelli

Ehilà Dame e Cavalieri!
Eccovi la segnalazione di una serie che sembra davvero molto interessante! 
Intanto vi presento i primi due volumi, il terzo deve ancora essere pubblicato ;)

Jolly Roger 
La Terra di Nessuno
Disponibile sono in formato ebook - Dove comprarlo

Trama:
1670. In un clima di scontri per la colonizzazione del Nuovo Mondo e per la supremazia commerciale, un giovane irlandese di nome Sidvester O'Neill parte per il Mar dei Caraibi con destinazione l'isola di Puerto Dorado. Lo scopo è quello di ritrovare il fratello Alexander, partito anni prima, per riportarlo a casa. Ma il viaggio avrà risvolti inaspettati. Nelle oscurità della giungla della piccola isola vi è nascosto un segreto a cui le principali potenze europee (Francia, Inghilterra ed Olanda) ambiscono. Intrighi, inganni e complotti farciscono le giornate di Puerto Dorado, in una lotta al potere fra i più astuti capitani presenti sull'isola. Il tutto sotto l'occhio vigile di una nave pirata ancorata all'orizzonte, di fronte a quella piccola terra di tutti e di nessuno.

***
Jolly Roger
Le Chiavi dello Scrigno
Disponibile solo in formato ebook - Dove comprarlo

Trama:
1670. Il nobile francese Jean Louis Lafayette, esiliato sull'isola di Puerto Dorado, nel Mar dei Caraibi, viene a conoscenza dell'ubicazione di uno scrigno capace di cambiare le sorti del mondo intero. In una sola notte gli equilibri politici, costruiti nel corso di nove anni sulla piccola isola, crollano miseramente dando inizio a una serie di eventi che metteranno a ferro e fuoco la colonia contesa. Così, mentre il giovane Sid continua la ricerca del fratello Alexander e il temibile Ludwig Van Hossell si prepara a catturare il comandante dei ribelli soprannominato “El Diablo”, inizierà una vera e propria guerra per il possesso delle quattro chiavi che aprono il misterioso scrigno. Niente sarà più come prima e i protagonisti conosciuti nel primo volume “La terra di nessuno” daranno prova di ciò di cui sono capaci per realizzare i propri desideri e ambizioni.

Cosa ne dite? ^^

martedì 1 dicembre 2015

Calendari dell'avvento!

Ehilà! Pronti per Natale? :D

Vi scrivo per aggiornarvi un attimino sui progetti del blog per questo Natale ^^
I post ultimamente sono radi, lo so (perdonatemi!), ma ho deciso di tenervi compagnia in modo diverso mentre aspettiamo lo spacchettamento dei regali e il grande pranzo del 25 (o fate la cena del 24? :P). 

Gli appuntamenti sono due e non saranno qui sul blog! Sono troppo corti (lo vedrete poi) per occupare un post intero e non abbastanza interessanti per stare sul blog. Quindi, di che si tratta?
Uno è sulla pagina facebook, e si tratta di citazioni prese da un mio Calendario dell'Avvento di mille anni fa ritrovato per caso quest'autunno. Ogni giorno vi riporterò la citazione del Calendario e spero che possa, in qualche modo, esservi utile.
Il secondo è sul mio profilo instagram, perché ho deciso di partecipare al Calendario dell'Avvento Libroso promosso da Leggere Romanticamente. Qualcun altro di voi partecipa? :)

Ovviamente qui andranno avanti le solite recensioni e il solito In my mail box, sperando di riuscire ad aggiungere qualche post in più tra l'università e il lavoro (e già, faccio i pacchetti di Natale al Toys Center della mia città :P)! Avrei anche in mente di girare un paio di video, tempo permettendo. Quindi io adesso scappo che devo organizzare tutto, e ci risentiamo il prima possibile. Un bacio!

lunedì 30 novembre 2015

Never Always Sometimes, di Adi Alsaid

La mia più recente delusione letteraria :(
[Inedito in Italia - Potete acquistarlo QUI]
Titolo: Never Always Sometimes
Autore: Adi Alsaid
Pagine: 320
Prezzo: £ 7.31
Casa Editrice: Harlequin (UK)

Trama: 
[Tradotta da me, se prendete citate]
Mai uscire con il tuo migliore amico. Sii sempre originale. A volte le regole sono fatte per essere infrante.
Dave e Julia erano determinati a non diventare dei clichè, tanto da scrivere una Lista dei Mai, con tutto quello che non avrebbero mai, mai fatto durante il liceo. Alcune regole erano semplici da seguire; ma Dave ha infranto la regola numero 8, cioè "Mai avere una cotta silenziosa per qualcuno durante tutto il liceo". E la scelta era tra quella o la regola numero 10, "Mai uscire con la tua migliore amica". Dave ha amato Julia fin da quando riesce a ricordare. Quindi quando lei suggerisce di compiere tutte le voci della lista, è felice di farlo. Si tinge perfino i capelli di una sfortunata sfumatura di verde. Inizia tutto per scherzo, ma poi succede una cosa strana: Dave e Julia scoprono quante cose del liceo si sono persi. E forse perfino l'amore.

Voto:

Credevo davvero che avrei amato questo libro. Lo ammetto, non c'è niente che mi piaccia di più di un Contemporary in cui tutto è complicatissimo per i due protagonisti, amori non corrisposti e quant'altro, ma in cui alla fine tutto va bene e il bacio finale è spettacolare. Che siano libri o film, faccio schifo per quanto mi piacciano quel genere di storie. Non lo nascondo mica! Tipo, qualsiasi cosa che scriva Rainbow Rowell è la luce nei miei occhi. Infatti pensavo che questo libro sarebbe stato molto simile al racconto dell'autrice che c'è in My True Love Gave To Me, a proposito del quale avevo scritto:

Questo racconto è la perfezione. Non ho capito perché l'abbiano messo all'inizio (per me il meglio deve essere sempre alla fine), ma non importa: la Rowell mi ha dato prova ancora una volta di quanto i suoi personaggi possano sembrare veri e si riesca ad affezionarcisi anche in solo 23 pagine.
Qui la recensione completa

Il mio maggior problema con questo libro, passato lo shock iniziale per il finale, è stato il voler essere originale a tutti i costi e non riuscirci. 
Ma ripartiamo dall'inizio.

Never Always Sometimes ha una trama abbastanza semplice: siamo all'inizio delle superiori e i migliori amici Julia e Dave decidono di scrivere una lista di cliché da non compiere mai. Tre pagine dopo, siamo catapultati agli ultimi due mesi di scuola della loro vita e cosa fare se non decidere di compiere tutte le voci della lista? 

Julia è spiccata, cerca sempre di essere originale e spesso e volentieri può diventare fastidiosa. E' decisamente poco ordinaria, lei e i suoi piedi perennemente scalzi, ma è anche autoritaria: spesso Dave le fa notare che non gli chiede mai di fare le cose, ordina e basta. 
Dave dal canto suo è il tipico migliore amico cotto della ragazza, che per lei farebbe qualsiasi cosa, ma non abbastanza da riuscire a dichiararsi.  

La lista di cliché è piuttosto divertente: mai tingersi i capelli; mai baciare un professore; non avere una cotta silenziosa per qualcuno durante tutte le superiori; mai uscire con il/la tuo/a migliore amico/a. O più che altro, è divertente vedere quei due compiere ogni voce sulla lista, anche se diciamo che una di queste Dave l'ha già fatta, eccome. 

La cosa che più mi ha infastidita, in realtà, è il totale e completo cambio di direzione che la storia prende ad un certo punto. Inaspettata è dire veramente poco: un po' perché pensavo che il finale sarebbe stato l'ennesimo cliché che i protagonisti cercavano di evitare così tanto, e un po' perché l'ho trovato completamente irrazionale, poco sentito e assurdo. Ci sono rimasta a bocca aperta a riflettere per un bel po', prima di decidermi a rileggere le mie parti preferite di Cress (con il quale vi ho stressato su facebook, lo so) per calmarmi un attimo. 
La prima spiegazione che mi sono data era che l'autore, Adi Alsaid, volesse essere originale, e sul momento in un certo senso lo era anche stato. Ma il giorno seguente mi è tornato in mente un film (evidenzia per lo spoiler: Il matrimonio del mio miglior amico) dalla trama incredibilmente simile, e dal finale altrettanto spiccicato. Ma almeno nel suddetto film la cosa sembra quasi razionale! Qui l'ho trovata completamente campata in aria e la somiglianza con gli eventi del film hanno reso invalida, ai miei occhi, anche la supposizione che l'avesse fatto per essere più originale degli altri. 

Essere dispiaciuto per avermi ferito non è abbastanza perché io ti perdoni.

sabato 28 novembre 2015

In my Mail Box #24 - 2015

[La Rubrica appartiene a Kristi del blog The Story Siren]
Questa settimana i libri sono pochini, solo due, ma sono davvero super soddisfatta!
Il primo titolo di oggi è La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne, è un arrivo dal Libraccio (insieme a qualche libro per l'università... che sembrano non finire mai!) ed è un acquisto fatto in vista di una lettura da fare con la mia gemellina Rowan, visto che vogliamo esplorare di più i classici. Io ne ho letti alcuni, ma non moltissimi (Jane Austen, Dickens, L. M. Alcott... e, detto tra noi, vorrei davvero le nuove edizioni dei libri di Charlotte Brontë) ma soprattutto ben poco di statunitense, rimanendo - quasi sempre - fedele ai miei amati britannici. Il secondo libro è, invece, Panic di Lauren Oliver (credo di avere ogni suo libro, la adoro!) che è stato pubblicato giusto qualche giorno fa. Ma solo a me la tizia in copertina ricorda Demi Lovato?!

E voi cosa avete preso/ricevuto questa settimana? :)

lunedì 23 novembre 2015

Recensione: Albion - Ombre, di Bianca Marconero

Oggi parliamo del secondo capitolo di una delle poche serie italiane che seguo! Lo so che dovrei leggere più autori italiani ma... non ce la posso fare. Rimedierò, prima o poi.

Titolo: Albion - Ombre
Autore: Bianca Marconero
Pagine: 500
Prezzo: 14, 90 €
Casa Editrice: Limited Edition

Trama:
Marco Cinquedraghi e i suoi amici hanno scoperto di essere portatori di una peculiarità genetica che si fonda nella leggenda. Sono le nuove incarnazioni di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Ma qual è il prezzo del loro privilegio. A cosa si deve rinunciare per guadagnarsi un destino già scritto? Marco preferisce non chiederselo​. Saranno​ gli errori commessi e le bugie a trascinarlo in una spirale che lo obbligherà ad aprire gli occhi, mentre anche ​l’eredità di mago Merlino ​si risveglia e reclama il proprio tributo. Tra amicizie che si incrinano, amori condannati per le colpe del passato, l’ombra di una fata leggendaria e un’indagine su una morte sospetta che sembra portare a una tragica verità, i ragazzi dell’Albion College proseguono il loro cammino per diventare grandi​. Ma​ capire cos’è​ la vera grandezza comporta un sacrificio​ che ognuno di loro dovrà affrontare da solo, per salvarsi.

Voto: 
4/5

Ci eravamo lasciati nel 2013 con il primo capitolo di questa tetralogia, intitolato Albion. Ci eravamo poi rivisti con la pubblicazione della novella Diario di un'assassina. Ora eccoci qui, con Ombre. E onestamente, il primo commento che ho da fare è "Dove cavolo è il prossimo volume?!".

Come avrete capito, sia dalle stelline che gli ho dato che dallo sclero qui sopra, a me Ombre è piaciuto davvero.
Nonostante una leggera lentezza nelle prime cinquanta pagine, probabilmente anche dovuto al fatto che dovevo riabituarmi all'atmosfera generale e ai personaggi che non vedevo da un po', il resto è poi volato via come una scheggia. L'ho persino portato in università (e non ho capito nulla della, barbosissima, lezione di linguistica) quando la borsa pesava già un quintale, dovevo stare via 9 ore e le 500 pagine si facevano sentire. Ma no, io dovevo sapere come andava avanti la storia. Ed è in questo momento che sai che un libro funziona.

Ombre riprende dove Albion si era concluso: a Santiago di Compostela, insieme a tutti i personaggi principali che abbiamo l'opportunità di veder cambiare parecchio (ma ho idea che Bianca abbia ancora diverse cosine in serbo per noi) durante la lettura.
Marco è, onestamente, un po' meno faccia da schiaffi. Ha degli amici, si affida completamente (anche troppo) al suo compagno di stanza, e cerca di fare la cosa giusta... a volte con scarsi risultati. Soprattutto nella seconda metà del libro mi ha fatto rimangiare quasi tutte le belle cose che avevo pensato di lui nella prima metà, ma posso capire che le vecchie abitudini siano difficili da lasciar andare e soprattutto che è necessario affrontare i propri demoni prima di riuscire a fare la cosa giusta. Una volta toccato il fondo, si può solo risalire.
Ma veniamo un momento al compagno di stanza di cui parlavo prima: Lancaster. Chevalier. Du Lac. Anche conosciuto come il mio futuro marito. No, scherzi a parte, Lance è praticamente perfetto, tanto perfetto da non riuscire mai a comprenderlo del tutto. E non è solo un problema mio, ma l'aura di mistero che gira attorno a Lance, sia per quanto riguarda le sue azioni che per i suoi sentimenti, ha dato da pensare anche a molti dei personaggi. Spero davvero che nei prossimi due volumi si riesca a scavare un po' più a fondo, anche sotto la patina luccicante di perfezione che lo avvolge. 
Abbiamo modo, in Ombre, di vedere molto di più anche di Erek e Deacon, i due borsisti al centro delle nostre vicende. Il primo soprattutto in relazione con Samira, che avevamo conosciuto meglio in Diario di un'assassina. E se c'è una cosa che posso dirvi è che Erek è un personaggio ancora tutto da scoprire, ma quel poco che ho visto per ora mi piace decisamente.
Ora, il secondo di cui vi parlavo è Deacon. E su di lui ho dei sentimenti abbastanza contrastanti. Di sicuro non è uno incline al perdono, anzi! Penso che se ci fosse una gara per chi tiene il muso più a lungo, Deacon la spunterebbe tra tutti i personaggi (anche se Marco e Helena potrebbero opporre un po' di resistenza), e non è esattamente una caratteristica che mi fa impazzire. Però l'ho trovato piuttosto cambiato rispetto ad Albion, in cui mi era apparso molto meno autoritario rispetto ad ora, forse complice anche il comportamento iniziale di Marco.
Veniamo alle donzelle di questo libro: una la conosciamo già, ed è Helena Gomez, che ogni tanto mi ha dato qualche filo da torcere. Sebbene io comprenda parecchie delle sue decisioni, mi rimane oscuro come la comunicazione tra lei e Marco (per colpa di entrambi) non funzioni. Neanche a giocare al telefono senza fili uscivano cose tanto complicate. La stessa autrice, se leggete le sue note (le trovate insieme all'edizione in ebook) ci dice che loro due sono "un ragazzo incapace di spiegarsi e una ragazza che non si sforza di capire".
L'altra di cui volevo accennarvi è Morgana, su cui però non posso dilungarmi troppo perché vorrei evitare spoiler. Ciò che ci tengo a dirvi è che mi ha effettivamente tenuto sulle spine fino agli ultimi capitoli, perché non ci viene mai svelato troppo, come giusto che sia, e quindi risulta un po' più complicato capire da che parte stia.
Insomma, Ombre è essenzialmente dedicato alla crescita di alcuni personaggi, in modo da portarli a capire qualcosa di se stessi, a fare la cosa giusta o, per lo meno, a prepararli per le avventure che devono ancora affrontare.

Cosa è rimasto dell'Albion che conoscevamo? Beh, diverse cose. I misteri infiniti, i poteri magici sempre più evidenti e importanti, le giostre e la scherma. Ma vengono introdotte diverse dinamiche nuove (tra i vari personaggi ma non solo) e un arcano tutto da svelare, con antagonisti incappucciati e archivi da setacciare.

Bianca Marconero, con cui ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere, un po' è la stessa e un po' ci sorprende con risvolti a volte inaspettati. I suoi capitoli sono corti (e grazie al cielo non sono l'unica che non scrive capitoli da 20 pagine!) e finito uno non vedi l'ora di leggere quello successivo, senza il deterrente del "è troppo lungo e non riesco a finirlo!", così dopo questo ne vorrete leggere un'altro ancora. 
In più, se siete lettori attenti, scoprirete mille citazioni da fumetti ("E tu da che parte stai?"), da film ("Lance è un oceano di segreti") o da canzoni. E se, come me, ne avete colte solo la metà, rimediate e leggetevi - se potete - le note dell'autrice.

Insomma, ora capite il perché dell'aver completamente perso la lezione di linguistica? 
Bene, allora ci risentiamo con Eredità.

Prima o poi farai un errore non rimediabile. 
Prima o poi scriverai il tuo finale in modo che nessuno possa più cambiarlo.

sabato 21 novembre 2015

In my mail box #23 - 2015

[La Rubrica appartiene a Kristi del blog The Story Siren]
E' da un po' che salta In my mail box! Le ultime puntate che avete visto risalgono ad ottobre ma erano tutti arretrati che non vi avevo fatto vedere, perché, ebbene sì, mi sono imposta di comprare meno libri possibili ed evitando completamente di andare in libreria, tutto è possibile. Ma avevo un buono da spendere sul Libraccio e, già che ordinavo dei manuali per l'università, ne ho approfittato. In più ci sono un paio di omaggi dalle Case Editrici. 
Cominciamo?


Il primo libro è Il fantastico viaggio di Rapunzel, di Megan Morison, uscita piuttosto recente (era scontato!) e che volevo proprio avere... ho un debole per i retelling di fiabe o qualsiasi cosa che riguardi delle principesse, ormai lo sapete. Il secondo libro è Il buio oltre la siepe (adoro questa copertina, anche se è usato ha solo una macchietta minuscola) che volevo già da un bel po' e non ho mai letto, quindi appena l'ho visto a 3€ ho detto "Mio!".



E veniamo un attimino agli omaggi delle Case Editrici. Quello che vedete a sinistra è Angels in the Dark, di Lauren Kate, che mi è stato gentilmente offerto dopo l'intervista dall'ufficio stampa (vi ricordo che qui potete leggere l'intervista). Mentre sulla destra abbiamo Albion - Ombre, di Bianca Marconero, che ho finito giusto l'altro giorno e vi parlerò sul blog lunedì con una bella recensione.

Voi avete fatto compere? Fatemi sapere nei commenti!

lunedì 16 novembre 2015

Recensione - The Accident Season, di Moira Fowley-Doyle

Paura? :P

[Inedito in Italia]
Titolo: The Accident Season
Autore: Moira Fowley-Doyle
Pagine: 288
Casa Editrice: Random House
Potete comprarlo QUI

Trama: La stagione degli incidenti ha fatto parte della vita di Cara fin da quando riesce a ricordare. Verso la fine di ottobre, come avevano capito da tutte le morti dei parenti gli anni precedenti, la famiglia di Cara diventa inspiegabilmente incline agli incidenti. Bandiscono i coltelli e li rilegano in armadi chiusi, coprono con la stoffa gli spigoli dei tavoli, spengono tutti gli oggetti che richiedono corrente - ma le lesioni li seguono ovunque vadano, e la stagione degli incidenti diventa un periodo di ossessione e paura crescente.

Voto: 3/5

L'ho detto più di una volta: non sono il tipo adatto per le letture spaventose. Non ce la posso fare, è più forte di me! La sola idea di potermi spaventare mi mette paura e quindi giro ben alla larga dal genere (che siano libri, serie tv, film o quant'altro - eccezion fatta per The Walking Dead, ma questa è un'altra storia).
Però, dopo averne tanto sentito parlare dai Booktuber americani, quest'estate in Inghilterra ho avvistato su uno scaffale The Accident Season, che mi chiamava peggio di Malefica che attrae Aurora verso il fuso dell'arcolaio, e l'ho comprato. Quindi, per non farmi mancare niente, quale periodo migliore se non quello di Halloween per leggerlo (periodo nel quale il libro è anche ambientato)? Il fatto che poi la notte del 31 non abbia dormito è la dimostrazione di quanto io mi conosca bene. Ma ehi, in fondo il libro l'ho letto e devo assolutamente parlarvene.

La famiglia di Cara, la protagonista, è affetta da quella che loro chiamano "la stagione degli incidenti", da cui il titolo, e che è sostanzialmente il mese di ottobre. Ci sono anni in cui gli unici danni che questo provoca è qualche graffio e qualche livido, e altri in cui il peggio è... la morte. Quindi quando Bea, la migliore amica di Cara, legge le carte e annuncia che questa sarà una delle stagioni peggiori il morale non è di certo alto.
Oltre alla miriade di incidenti, in ottobre Cara si accorge anche di una cosa: Elsie, la compagna che nessuno ricorda, quella sempre in disparte, è in tutte le sue fotografie. Tutte. E ovviamente quando decide di andarle a chiedere il perché, Elsie semplicemente non si presenta più a scuola.
Intrigante, non è vero? L'ho pensato anche io.

I personaggi principali sono quattro e ognuno ha una sua specifica particolarità. 
Cara, si pensa sia il diminutivo di Caramel, è la protagonista indiscussa e anche la voce narrante durante tutte le 280 pagine. Crede alla stagione degli incidenti, e in realtà Elsie e sé stessa sono il suo pensiero principale. Al solito.
Alice, la sorella maggiore di Cara, quella che fa di tutto per smentire l'esistenza di una cosa ridicola come la stagione degli incidenti. Quella razionale, quella che sembra avere tutto e non aver bisogno di nessuno, salvo poi accorgersi del contrario.
Sam, l'ex-fratellastro di Cara e Alice, abbandonato dal padre anni addietro e per cui non si può far a meno di provare anche solo un po' di simpatia. 
Bea, come dicevo prima è la migliore amica di Cara, quella un po' stramba, che legge le carte e che nessuno sa se temere o prendere in giro. 
Tutti hanno qualche segreto, più o meno oscuro, che non vogliono rivelare. Ma alla fine, la stagione degli indicenti li porterà a farlo, in un modo o nell'altro.

Detta così, però, potrebbe sembrare la solita storia spaventosa da raccontare attorno al fuoco. Ma il motivo per cui secondo me è tanto spaventosa da far riflettere è che il confine tra la realtà e la finzione, l'immaginazione di Cara, è molto sottile. Non si è mai del tutto in grado di capire se Elsie sia davvero mai esistita, se siano tutti pazzi, se il fiume sotto la casa stregata parlasse o se fosse semplicemente più inquieto del solito, e se ci fossero o meno i fantasmi. Ci sono elementi contrastanti che continuano a deviarti: quando pensi di aver la soluzione in mano, ci ripensi un secondo e non capisci più un'acca di quello che sta succedendo. Insomma, dire che tiene sulle spine è poco. 
Però ci sono anche cose ovvie, incidenti passati che i personaggi tentano in tutti i modi di nascondere, ma che a me sono risultati abbastanza evidenti; desideri dei personaggi che "ommioddio nessuno lo scoprirà mai!" mentre chiunque non avesse delle fette di prosciutto sugli occhi poteva intuire. 

In conclusione: è Halloween e volete spaventarvi un pochino, ma non troppo? The accident season è il libro che fa per voi! Chissà che per il prossimo Halloween non arrivi anche in Italia...


domenica 15 novembre 2015

Intervista a Lauren Kate - 14 Novembre

Ieri, sabato 14, ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Lauren Kate, una persona davvero dolcissima, l'autrice della saga di Fallen che ora è anche un film! Con me c'erano Clary di Words of Books e Nora di Honey, there are never enough books, quindi le domande che trovate sono di tutte e tre, siccome è stata più una chiacchierata che un'intervista rigida. Se siete curiosi, le mie (che sono pure le più sceme) sono contrassegnate con un pallino davanti.

•Per prima cosa, parliamo del film. Sei stata sul set?
Sì, sono stata sul set mentre stavano girando a Budapest, in una castello chiamato Tura Castle. Sono stata lì tre settimane e ho amato ogni singolo momento. Sono stata coinvolta fin dall'inizio, perché sono uno dei produttori esecutivi quindi sono stata ai casting e ho visto tutti quei trailer, tutta la crew, e ho bevuto con loro il caffè durante le pause... C'erano duecento persone in questo Castello che stavano lavorando a questa cosa che era iniziata come una piccolissima idea nella mia testa! E' stato davvero impressionante. Gli attori sono davvero molto talentuosi, hanno molta chimica gli uni con gli altri, e per me questa era la cosa più preoccupante e che speravo riuscisse bene e loro hanno superato le mie aspettative. Adoro anche il regista e penso che sia un bellissimo film, sono molto emozionata.

•Ho un'altra domanda, perché sono una fan di Jeremy Irvine. Cosa ne pensi di lui?
E' grandioso! Ha preso il ruolo così seriamente... ha letto tutti i libri e, sai, Angels in the Dark è uscito davvero da poco; quando ha ottenuto il ruolo non era ancora stato pubblicato, e si è trovato da solo tutte le novelle online. Era molto preso dal cercare di rappresentare al meglio il personaggio... anche dopo che avevo lasciato il set mi faceva delle domande, tipo "Fanno questo, fanno quello? Daniel si sentirebbe così o così?" e quindi penso che sia a lui che a tutti gli altri attori importasse davvero tanto di questo ruolo e lo stanno prendendo come un investimento a lungo termine, sperando di fare cinque film e crescere con questo ruolo. Lui è stato grandioso e credo che chiunque sia rimasto davvero impressionato da lui, dalla sua professionalità, dalla sua intensità, è stato molto bravo... (Guarda la mia faccia adorante e aggiunge:) ed è anche molto carino!

Mi piacerebbe sapere quale parte del libro volevi assolutamente vedere nel film.
Oh, uhm... Ci sono alcuni momenti a cui sono particolarmente attaccata che speravo venissero resi nel modo giusto. Uno di questi è quella specie di flirt iniziare tra Luce e Cam, che nel libro avviene nel cimitero mentre nel film non è nel cimitero ma in una specie di drammatico parco nel campus.
E poi c'è questa chimica tra Jeremy, che fa Daniel, e Allison, che fa Luce, che è davvero particolare, davvero specifica. Ma è fantastico perché lei può benissimo girarsi e fare una scena con Harrison, che fa Cam, ed è una chimica completamente diversa. E' molto più sensuale, più intensa, in un modo diverso. La prima è incredibilmente emozionante, mentre quest'ultima è molto fisica e palpabile. Sono molto soddisfatta del modo in cui hanno fatto quella scena e la chimica è quella giusta.
C'è un'altra scena che volevo tenessero ed è quella del confronto tra Luce e Daniel che nel libro avviene ad una specie di laghetto, mentre nuotano, quando nel film è nella piscina della scuola, ma è molto simile in quanto a peso e importanza, quindi...

Com'è stato vedere i tuoi personaggi nel film?
E' una cosa che aspettavo con ansia. Io ho finito di scrivere Rapture nel 2011 e il film è stato girato nel 2014, quindi erano passati anni da quando avevo finito di scrivere di loro, il che mi aveva dato un po' di distanza e di prospettiva. Mi sentivo come se io avessi già finito con la storia e non fosse più mia, ma piuttosto vostra. Ero preoccupata per voi, i lettori, a cui sono piaciuti i libri. Vi sareste sentiti attaccati al film? L'avreste percepito come una vera incarnazione della serie? E quella è stata la mia più grande curiosità e anche preoccupazione quando sono arrivata sul set. Ma quando me ne sono andata mi sentivo sicura che le persone a cui è piaciuto il libro sarebbero state felici del risultato.

Qual è stato il romanzo che ti ha fatto iniziare a scrivere?
Si intitola Rumore Bianco, di Don DeLillo. L'ho letto in un periodo per cui, all'improvviso, mi è sembrato possibile diventare una scrittrice. Ho sempre scritto per tutta la mia infanzia, da quando avevo sei o sette anni, ma non mi sono mai presa sul serio. Vado sempre nelle scuole e nelle librerie, e parlo agli adolescenti e ai ragazzini di quante ore al giorno passo al computer, di quanto tempo mi ci vuole a scrivere, di cosa faccio quando non riesco a risolvere dei problemi, ma quando ero io l'adolescente non ho mai incontrato nessuno, nessuno scrittore, nessun artista, nessun musicista... non ho mai incontrato nessun adulto che facesse qualcosa di creativo con la sua vita. E quindi non mi è mai sembrato possibile poter creare storie. Ma quando ho iniziato l'università, ho fatto il mio primo corso di scrittura, e stavo leggendo Rumore Bianco e ho semplicemente pensato "Se si può fare, questo è ciò che voglio fare". 

Mi piacerebbe sapere qual è l'ultimo libro che hai letto
Si intitola Love and other ways of dying. Ne parlavo anche ieri e non penso che sia già stato pubblicato in Italia, ma spero che lo sarà presto perché è davvero grandioso. Parla della maniera in cui i nostri momenti estatici, come l'amore e la morte, siano così simili. Le parti migliori della nostra vita e quelle peggiori sono così simili pensando a cosa ci fanno passare. Davvero un bellissimo libro. L'autore è Michael Paterniti. 

In Angels in the Dark non c'è nessuna storia su Luce e Daniel dopo la fine di Rapture. In futuro leggeremo qualcosa in proposito? 
Sai ho scritto una storia a proposito di Luce e Daniel quando stavo scrivendo Unforgiven (ndr: sarà pubblicato il prossimo anno per Rizzoli). E per quanto mi riguarda io so dove sono loro e cosa gli sta succedendo, ma l'ho scritta comunque e ne ho parlato al mio editor a New York e abbiamo deciso di toglierla. Quindi c'è, ma non so se la condividerò coi lettori. Penso che ci sia qualcosa di importante e potente nel fatto che i lettori riescano a capire da soli in che direzione è andata la storia, quindi non voglio dire troppo. Per me, il modo in cui è finito Rapture è quello giusto, quello che ha dato giustizia alla loro storia, ma chi lo sa... magari la farò uscire ad un certo punto. 

•Se dovessi scegliere il tuo personaggio preferito tra i tuoi, non solo quelli presenti in Fallen, chi sarebbe e perché? 
Cam è sempre stato il mio preferito. E' basato su mio marito quindi per me è stato molto facile innamorarmi di lui.

Parlando del finale di Rapture. Hai mai pensato ad un finale diverso o quello che abbiamo è esattamente come l'avevi pensato all'inizio?
Ho dovuto scrivere il finale di Rapture tre volte per renderlo giusto. Non è in realtà come l'avevo pensato all'inizio, ma è l'unica maniera in cui poteva finire. 

Nel nuovo libro, Unforgiven, si parla del personaggio di Cam. Avevi già in mente questa storia per lui quando stavi scrivendo la saga di Fallen o ti è venuta in mente dopo?
In realtà dopo. Fin dall'inizio ho sempre saputo che avrei voluto scrivere la sua storia, dall'inizio di Torment diciamo. Lui è così interessante per me ed è diventato il mio preferito, quindi sapevo che avrei trovato la sua storia e prima o poi l'avrei scritta. Non sapevo quale fosse e non l'ho saputo per un paio d'anni dopo aver finito di scrivere Rapture... stava solo aspettando. Poi una lettrice mi ha scritto una domanda un paio d'anni fa, stavo controllando Passion per risponderle. Stavo rileggendo la scena in cui per la prima volta si incontra Lilith e sappiamo che all'inizio lei ha questa esperienza con Cam che determina tutto quello che poi Cam è diventato. Il Cam che abbiamo incontrato alla Sword&Cross è quel che è perché ha compiuto questo grande cambiamento ed è diventato questa forza oscura proprio a causa di Lilith. E ho realizzato, quando ho scritto di Lilith, che non avevo idea di chi lei fosse, non avevo passato neanche un po' di tempo a pensare a lei, a cercare di capirla. Quindi lei era quella più interessante per me: chi è? perché ha questo potere? E ho compreso la sua storia, ho capito dov'era e cosa le era successo e a quel punto sapevo di dover portare Cam da lei e vedere cosa sarebbe successo.

•In Passion hai scritto le storie di tutte le Luce del passato. Qual è stata quella che hai preferito scrivere? A me piace molto quella ambientata in Italia.
Anche a me piace quella in Italia, e siamo proprio qui! In realtà mi piacciono tutte, sono tutte molto importanti per me. Penso però che quella più emozionante per me sia quella ambientata in Inghilterra, perché è iniziato tutto con quella, nel prologo di Fallen, e nel momento in cui l'ho iniziata a scrivere, come con Lilith, non sapevo nulla di questi personaggi, niente delle loro morti o della loro relazione. Mi è apparso tutto come un'immagine, qualcuno che diceva addio e non sapevo nient'altro di quello che stavano dicendo. E quindi tornare indietro e scrivere l'intera scena (in realtà l'ho scritta tre volte: il prologo, poi quella dal punto di vista di Luce e quella dal punto di vista di Daniel in Passion), mi ha fatto vedere tutto più in profondità...
La mia preferita invece da scrivere è stata quella dal punto di vista di Daniel, quando lui sta guardando se stesso mentre la perde attraverso una finestra. E l'agonia! Quello è stato il momento in cui ho davvero compreso Daniel, mi ci è voluto parecchio tempo, ero a circa metà della serie. Ma è stato quello il momento in cui ho capito qual è la forza, l'intensità di quello che lui stava attraversando. 

Puoi dirci qualcosa sul messaggio che volevi lasciare ai lettori?
Sai, ci sono un sacco di temi e concetti con cui lavoro tutto il tempo, immagini a cui faccio riferimento più volte, ma sono molto cauta nel parlare esplicitamente di alcun messaggio ai lettori perché, per prima cosa sono rimasta stupefatta da quante diverse impressioni e reazioni ho ricevuto da lettori da tutto il mondo, ma non voglio limitarli dicendo che il libro parla di questa cosa, che questo è quello che dovresti imparare dal libro. Sai, non ho mai voluto articolare qual è il messaggio dei miei libri. Ovviamente è molto evidente che credo profondamente nel potere dell'amore e in come può trasformarci, e di come dobbiamo fidarci di lui e lasciarlo fare. Ma credo che sia questo il massimo che posso dire parlando di un messaggio.

•Hai mai fatto sogni sui tuoi personaggi?
Moltissimi! Sopratutto quando arrivo alla fine della prima stesura, che di solito è la parte più difficile per me quando scrivo. Amo la parte di revisione e amo rileggere e sentirmi felice mentre lo faccio, ma la prima stesura è un periodo piuttosto oscuro per me e mi sembra sempre che non riuscirò mai a finire il libro. E inizio a sognare molto la storia quando sta per finire questo periodo, soprattutto le ultime due o tre settimane di scrittura. Mi sveglio nel bel mezzo della notte e penso "Oddio, ho capito tutto!" e lo scrivo sul mio telefono o qualcosa del genere. Poi mi sveglio il mattino dopo e quello che ho scritto non ha assolutamente senso.
•Però hai pubblicato un sacco di libri, quindi probabilmente sai cosa stai facendo.
Sì, forse qualcosa che funziona nella mia testa c'è.

Una curiosità: a Novembre, in America, è il National Novel Writing Month. Hai mai partecipato?
(ndr: è anche conosciuto come NaNoWriMo, ed è un grande evento che dura per tutto il mese di novembre in cui autori già pubblicati e aspiranti scrittori cercano di portare a termine il loro romanzo). 
Sono molto impressionata da un sacco dei lettori che hanno partecipato e spero di farlo anche io una volta. Non ci sono mai riuscita per ora, perché in genere i miei libri escono in autunno quindi io sto viaggiando per promuoverli, ma un giorno lo farò. Voi ci avete mai provato?
(Io volevo farlo quest'anno ma non ce la posso fare... 
E' davvero difficile! 
Magari il prossimo anno?
Sì, magari il prossimo anno!)

Magari ti hanno già fatto molte volte questa domande, ma volevo sapere qual è la parte migliore e la peggiore del tuo lavoro.
Uhm, penso che la peggiore sia davvero la prima stesura, tirar fuori la storia per me è una parte importante e non diventa mai più facile! E' strano perché ormai so come vanno le cose, so già che a metà del libro inizierò a sentirmi tremendamente, ma sapere che succederà non aiuta! Credo che le persone che mi stanno vicino riescano a capirlo, e mi dicono "Oh, devi essere a due capitoli dalla fine, sei sempre così quando mancano due capitoli alla fine!". C'è qualcosa di molto spaventoso in tutto questo; sono da sola, a volte faccio leggere il mio lavoro al mio agente, o ad un amico intimo o chiedo a mio marito di leggerlo, ma rimango comunque molto isolata. In ogni altro aspetto della mia vita sono molto socievole e vado d'accordo con molte persone, ma con questo è semplicemente impossibile quindi ogni volta mi sento sul punto di lasciar perdere, ed è quella la parte più difficile: andare avanti. 
La parte migliore, non so... ci sono così tante cose che amo, soprattutto nei giorni in cui la scrittura va bene. E poi come dicevo la revisione, in particolare quando riesco a comprendere e risolvere un problema. Prendere una scena che non funziona e qualcos'altro che non funziona, metterli insieme e improvvisamente prende vita, quello è davvero emozionante. 
Non sapevo neanche di star scrivendo per un'audience giovane, sapevo solo che stavo scrivendo una certa storia. Ma incontrare i lettori che stavano leggendo i libri e sentire l'entusiasmo che persone come voi hanno è quello che mi ha fatto andare avanti. Ogni volta che sentivo che stavo per abbandonare, cioè ogni volta che scrivo, questo è quello che mi ha fa andare avanti. Penso a momenti come questi, o a qualcuno che ho incontrato in Nashville, Tennessee, o in Australia e mi ricordo delle vostre domande e di quanto vi importa di tutto questo e così riesco ad andare avanti. 

Hai detto che ti isoli molto quando scrivi, quindi la mia domanda è: scrivi a casa oppure, come vedo fare alcuni autori, ti metti in luoghi pubblici, come bar o altro?
Io non ci riesco, no. Ci sono troppi fattori a rischio. Devo essere sempre molto controllata, mi piace il silenzio... in realtà lavoro a casa ma non ho più tanto silenzio, perché ho due bambini urlanti con me. Da una certa parte è molto bello essere in grado di stare con loro, fare una pausa e andare da loro per il pranzo, ma io davvero non posso andarmene... Ho un sacco di amici che dicono "Andiamo tutti insieme e affittiamo una casa in montagna!"
Sì, ho visto che l'hanno fatto da poco, tipo il mese scorso... ma non penso che potrei mai farlo. (ndr: diversi autori, tra cui Amy Plum e Veronica Roth, hanno affittato una casa in mezzo alle montagne del Colorado per una specie di ritiro tra scrittori, con l'obbiettivo di portare avanti i loro romanzi insieme)
Sì, esatto. In un certo senso suona romantico, andare tutti insieme e passare le giornate insieme, parlarne e confrontarsi, ma sai per me non è così semplice. Non è detto che io sia pronta ad uscire dalla storia alla fine della giornata o parlarne. E' davvero una sfida che dura per mesi e mesi finché non finisce, e solo a quel punto posso andare in montagna! 

Però nessuna di voi ha ancora parlato di Teardrop! (ndr: con questa domanda si è inserita la traduttrice di Lauren Kate, Maria Concetta Scotto di Santillio) A me è piaciuto molto, è diverso dalla solita storia di vampiri e angeli... Il mito di Atlantide è comunque una cosa meno conosciuta nel mondo del Fantasy...
Sì. Io sono sempre stata interessata ad Atlantide ma non avevo mai capito come formare una storia, e stavo pensando all'idea di un'apocalisse dell'acqua ma non sapevo come trasformarlo nel genere che di solito scrivo io, che di solito tende molto al tema dell'amore. Quello che mi ha fatto iniziare è stato quando stavo scrivendo tutta questa roba su Atlantide e un giorno stavo finendo di scrivere Rapture e stavo facendo molta fatica con una scena ed avevo toccato il fondo, volevo mollare, e stavo per mollare e stavo per avere un bambino! Mio marito non capiva, non mi stava ascoltando e abbiamo avuto questa lite sul fatto che lui non capiva che per me non riuscire a scrivere questo capitolo era la fine del mondo o che altro. Mentre stavo piangendo lui ha catturato una delle mie lacrime sulla punta del dito e mentre ci stavamo guardando l'ha portata al suo occhio, e ha sbattuto le ciglia. Quindi lui ha preso la lacrima e l'ha portata nel suo corpo e non abbiamo dovuto dire niente dopo questo momento, mi è sembrato di sentire che capisse cosa stavo passando. E questa è anche la prima scena di Teardrop, e si connette al discorso di prima sul potere delle nostre emozioni. 

Hai qualche altro progetto in ballo?
Sì, sto lavorando a qualcosa ma non so ancora descriverlo, è troppo presto per parlarne. E' una sorta di romanzo storico ambientato durante una Grande Guerra, ed è una storia d'amore. Ci sono due nemici che si innamorano.

Lei (la traduttrice) ha detto che non avevamo ancora parlato di Teardrop, ma in realtà non abbiamo parlato neanche di Princess!
Oh, sì! Questo è il mio primo libro, un adattamento del Macbeth di Shakespeare, raccontato dal punto di vista di Lady Macbeth. E' quello che penso succederebbe se Lady Macbeth vivesse ai giorni nostri come un'adolescente a scuola, con la determinazione di diventare qualcuno e allo stesso tempo nascondere tutti i suoi errori durante il percorso in modo che possa continuare a crescere. La gente mi chiede sempre se in Fallen ci sono aspetti autobiografici, e se ci sono parti di me in Fallen, se sono andata in una scuola come quella o se una qualsiasi di queste cose mi sia realmente successa. In realtà, di tutti i miei libri, questo è forse quello più autobiografico. Non che io sia come la narratrice, ma il mondo è molto simile alla scuola superiore a cui sono andata io. Vengo dal Sud e il grande Ballo della scuola era il punto di svolta dell'anno scolastico e l'isteria che prendeva tutta la scuola nel periodo in cui si svolgeva questo singolo evento, la pazzia che ci ha coinvolti tutti sono catturate in questo libro. Quindi in parte sono io e in parte è Shakespeare. 
In qualche modo penso che questo sia ciò che mi ha portato a scrivere Fallen. Perché quando ho scritto questo, tutto ciò che stavo scrivendo al momento era molto diretto, non c'era fantasy, e non ne leggevo neanche molto (di fantasy). Ma ho scritto questo libro e semplicemente lavorando con il Macbeth, dove c'erano le streghe, c'era questa specie di porta che dava sul paranormale e quindi le streghe in questo libro non sono le tipiche streghe ma sono connesse a qualcosa d'altro. E penso che al momento fossi interessata a questo aspetto più che a qualsiasi altra cosa nel libro ed è ciò mi ha attirata nel mondo del fantasy e tutte le possibilità che c'erano, quindi è da qui che è nato Fallen.

Ed ecco cosa ho portato da far autografare: Fallen e Princess erano d'obbligo, invece Angels in the Dark è un gentile omaggio della Rizzoli, che non finirò mai di ringraziare!

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