lunedì 4 marzo 2019

Recensione: A un metro da te, di Rachel Lippincot

Titolo: A un metro da te
Autore: Rachel Lippincot, con Mikki Daughtry e Tobias Iaconis
Pagine: 240
Prezzo: 17€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
 Come puoi amare qualcuno che non puoi nemmeno sfiorare?
A Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina è costretta a entrare e uscire dall’ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un’infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la “distanza di sicurezza”. Nessuna eccezione.
L’unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L’importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all’altra, da un ospedale all’altro, e di andare finalmente a conoscerlo, il mondo.
Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei potrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L’unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare la regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall’altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella “distanza di sicurezza” inizia ad assomigliare a “una punizione”, che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po’ dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l’uno verso l’altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?

Voto: 3/5
Qualche anno fa, dopo l'uscita di Colpa delle stelle, si erano susseguiti una serie di romanzi che avevano come focus l'amore tra ragazzi affetti da diversi tipi di malattie (preceduti da I passi dell'amore, e seguiti da Noi siamo tutto Bianca come il latte, rossa come il sangueQuel fantastico peggior anno della mia vita, tutti libri che sono diventati film tra l'altro). Per un po' poi si erano attenuate le pubblicazioni di questo genere, che comunque secondo me sono state utili a portare alla luce tutta una serie di tabù e di malattie di cui la gente ignorava l'esistenza o, peggio ancora, evitava come la pesta. Ora è spuntato Five feet apart - titolo originale.
Il caso è, secondo me, molto particolare. Questa volta film e libro sono nati insieme, o comunque a breve distanza, e forse proprio per questo il libro risulta abbastanza cortino: 240 per una storia d'amore strappalacrime... o forse no?

In più leggendo il libro, e guardando poi molto attentamente i due trailer che sono stati rilasciati (il film esce il 21 marzo, correte a vederlo) tantissimi dialoghi e scene sono ricreate in modo assolutamente fedele. Non per niente insieme all'autrice del romanzo hanno lavorato anche i due sceneggiatori. Per questo mi sento di dire che non ci potrà essere quasi nessun risentimento nei confronti del film da parte degli amanti del film: sono convinta che sarà uno degli adattamenti (ma poi adattamento è la parola giusta?) più fedeli che voi abbiate mai visto.

I due protagonisti, Stella e Will, sono veramente adorabili. Lei è una youtuber che cerca di aiutare tutti quelli che hanno la Fibrosi Cistica piazzandosi sempre un sorriso sul viso nei suoi video, mentre lui è più cinico, sa che non ha grandi chance di vivere a lungo, e sdrammatizza a volte disegnando dei fumetti buffi. E con loro anche tutto il resto del "cast": Poe, il miglior amico di Stella presenta un po' di quel comic relief che in situazioni drammatiche come queste è sempre bene aver a portata di mano, i genitori sempre preoccupati sono un classico, giustamente, ma con un twist familiare abbastanza interessante, e poi ovviamente le immancabili infermiere che ormai sono parte della famiglia di tutti i ragazzi che passano così tanto tempo ricoverati.

Non so cos'è che ci affascina tanto di questo tipo di romanzi. Forse è il fatto che non possiamo fare altro che tifare per qualcosa che loro si meritano davvero ma che tutti sappiamo non essere possibile o destinato comunque a finire in una determinata maniera. Ed è questo che succede con Stella e Will: il non potersi toccare è così doloroso che, anche se metterebbe a rischio la vita di entrambi, io stessa ho sognato che potessero trovare un modo per stare insieme. Devo dire che qualche lacrimuccia di emozione mi è scappata, più che per delle scene nello specifico per alcuni discorsi che fanno, alcune citazioni che mi rimarranno impresse.

Quello che mi piace, in genere, nel notare le differenze tra film e libro è che il libro spesso risulta più introspettivo, ci da più dettagli sui personaggi e a volte ci regala qualche scena bonus che è stata tagliata a favore di un film più scorrevole/corto/efficiente. Qui invece è una cosa che un po' manca: ci sono un paio di situazioni in cui secondo me si risolve tutto un po' troppo in fretta, cosa che per il film potrebbe andare bene, ma che per un romanzo avrebbe avuto bisogno dell'aggiunta di qualche pagina. Mi riferisco in particolare a due punti, di cui però non faccio spoiler, che riguardano i genitori: quelli di Stella che sono divorziati e che invece di essere uniti (non intendo romanticamente, ma semplicemente come supporto familiare) litigano oppure non si parlano direttamente, e la madre di Will che sembra non vederlo neanche, e pensare solo ai suoi trattamenti quando invece la verità è tutt'altra.
Questo, e un leggero approfondimento di alcuni personaggi minori come Barb e Lucy sono ciò che secondo me manca a questo romanzo. Sono cose che magari per immagini puoi fare intendere, ma se sulla carta non lo leggi non c'è altro modo di saperlo e sembra tutto un po' affrettato o, appunto, non completo.

Lo stile degli autori è comunque scorrevole e veloce. Mi chiedo solo se, tra autrice/sceneggiatori/regista possano aver pensato ad  un eventuale seguito. Probabilmente no perché non ho letto nulla del genere da alcuna parte. Ma non si può mai sapere.
PS: Ma quanto è bella la cover originale?

Abbiamo bisogno di quel contatto con la persona che amiamo tanto quanto abbiamo bisogno di respirare.

3 commenti:

  1. Questa volta, mi ispira molto di più il film.
    Potrei saltare il romanzo. :)

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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