lunedì 18 marzo 2019

Recensione: King of Scars, di Leigh Bardugo

Titolo: King of Scars
Autore: Leigh Bardugo
Pagine: 519
Prezzo: 
Casa Editrice: Orion Children's Books

Trama:

Voto: 3.5/5


Non so se avete idea di quanto io abbia aspettato questo libro. Una volta finita la trilogia, che ho letto in una sola settimana un paio di anni fa, ero disperata perché avevano forse appena annunciato l'uscita di King of Scars, che si prospettava però molto lontana. Nel frattempo ho recuperato la duologia di Six of Crows e Crooked Kingdom, con la mie fedele compagna di commenti Silvy, che per quanto mi sia piaciuta per me non riusciva a battere la Grisha Trilogy. 

Il perché è ovvio: quando tutti sono caduti ai piedi della Bardugo per l'heist che era di fatto il primo volume della duologia, a me mancava l'elemento fantasy. Che è anche il motivo per cui, secondo me, molti non hanno amato King of Scars in queste prime settimane dall'uscita: si aspettavano Six of Crows, e hanno avuto invece il degno seguito della Grisha, cioè tutto quello che si era già ripromesso di essere.

E sì, perché è vero che sono passati tre anni dalla fine della Grisha ma è anche vero che si tratta fondamentalmente degli stessi personaggi, con un paio di eccezioni. Abbiamo Nikolai, il cui motto è I am the monster and the monster is me, proprio perché quella forza oscura che si era presa possesso di lui quando il Darkling era al pieno delle sue forze in realtà non è mai sparita e occupa le sue notti, e forse non solo. Con lui c'è il Triumvirato: Zoya, pungente e bellissima come al solito, Genya e David, ormai una coppia. E ovviamente i gemelli Tamar e Tolya, votati alla causa di Nikolai dopo essere stati al fianco di (Sankta) Alina per tanto tempo. 
Non solo, ma una vecchia amica nostra e dei Corvi è in missione per conto del Re: Nina ha il compito di salvare i Grisha di tutto il mondo per rimpolpare le schiere del Second Army, ma allo stesso tempo fare quello che deve fare da tempo adesso che è finalmente arrivata a Fjerda (voi sapete cosa).
Sembra quasi che questi tre anni non siano neanche passati: la situazione di Ravka è precaria come lo era in precedenza, le alleanze deboli e i nemici sempre più vicini. Nikolai pensa ad Alina, così come ci pensano Zoya e gli altri. Nina pensa a Matthias, qualche volta a Ketterdam e i suoi compagni di avventura. Ma per ora non sembra che alcuno di questi personaggi abbia intenzione di far più che essere nominato di passaggio e se da una parte lo capisco, dall'altra vorrei che Leigh Bardugo ci concedesse una reunion il più presto possibile.

Ora veniamo al mio parere personale e cioè che le mie aspettative altissime sono state leggermente deluse. Cercherò di spiegare senza andare troppo nel dettaglio e cadere negli spoiler. 
Se la storyline di Nina mi è piaciuta molto, come quella di Isaak (che conosciamo meglio a circa metà volume), quella di Nikolai e Zoya non mi ha soddisfatta altrettanto. Il ritorno di questo mostro e tutto quello che ne consegue, santi compresi,  non era la direzione che pensavo fosse possibile, era ciò che non avevo preso in considerazione e che di conseguenza non volevo vedere, perché ragazzi anche basta. So che non mi sto spiegando, ma non posso commentare oltre. Sono sicura che leggendolo lo capirete. Posso solo dire che il cattivo della situazione sarà forse amato da molti ma per me è stato un grande no.

Lo stile della Bardugo come al solito mi ha catturata, perché che lei scriva bene è veramente innegabile. E penso che il volume si sia salvato moltissimo sul finale, con un paio di colpi di scena e l'emergere del Nikolai che ricordavo e che a metà libro si era un po' perso. Ma ragazzi, soprattutto i colpi di scena: oh mio Dio. Sono ancora un pochino sotto shock perché io avevo il salame sugli occhi e non avevo affatto capito quello che stava succedendo. Brava Leigh perché me l'hai fatta sotto al naso.

And now we wait.

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