lunedì 1 maggio 2017

Recensione - Gli Innocenti, di Paola Calvetti

Iniziamo la settimana con un'autrice italiana! 
Qual è l'ultimo libro che avete concluso?

Titolo: Gli Innocenti
Autore: Paola Calvetti
Pagine: 132
Prezzo: 17,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama: 
Jacopo e Dasha sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'ancora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione.

Voto: 4/5

Non avevo mai letto nulla di Paola Calvetti, anche se sono anni che penso di recuperare il suo Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili, anche a causa della carinissima copertina. Ma poi mi è capitato tra le mani questo suo nuovo romanzo, intitolato Gli Innocenti, e l'ho iniziato senza quasi leggerne la trama: tutto quello che avevo capito era che la musica era una parte fondamentale.

Ed in effetti lo è, proprio come immaginavo. E come segnala la cover, con un violoncello in attesa di essere suonato, e le parti del romanzo, intitolate a tema musicale. Dasha e Jacopo sono due musicisti, lei violoncellista e lui violinista, e sono innamorati.
Il fatto è che entrambi hanno avuto delle vite difficili, una fuggita dall'Albania e l'altro adottato e in perpetua ricerca di una figura materna, e i segreti che nascondono li hanno allontanati.
Inizia così il nostro romanzo, con la riunione tra i due dopo mesi di separazione. Ci sono loro, e la musica. Ma solo in seguito scopriremo cosa li ha portati a questo punto e come si concluderà la vicenda.

Il titolo prende spunto dallo Spedale degli Innocenti, del Brunelleschi, di cui Jacopo ci racconta un po' la storia e la sua diretta esperienza. Non ho potuto far a meno di ricordare le interminabili interrogazioni di storia dell'arte in cui il professore ci ha perfino fatto disegnare lo Spedale in ogni sua parte

Il romanzo è a due voci, si potrebbe dire, e sono due punti di vista molto differenti: Dasha è giovane, ha avuto dei momenti difficili ma lancia uno sguardo ottimista alla vita e a quello che le viene incontro, e mi è piaciuta molto. Mi sono ritrovata in lei, a tratti, e ho apprezzato come non si facesse abbattere dalle situazioni orribili che la circondavano. Jacopo invece, a mio parere, è forse più difficile da apprezzare. E' molto più grande di Dasha, e ha questo pessimismo addosso e questo pensiero fisso della sua famiglia d'origine che gli impediscono di progredire e di formare una famiglia propria.

Lo stile di Paola Calvetti, che come dicevo non avevo mai avuto modo di leggere, mi ha colpita. I due personaggi sono impegnati in un dialogo l'uno con l'altra, ripercorrono i momenti che li hanno portati al quel concerto proprio mentre stanno suonandolo, e l'autrice mi ha fatto credere di essere lì con loro, di sentire quello che si stavano comunicando anche solo con uno sguardo.

Non mi resta che recuperare gli altri scritti dell'autrice, tenendo un occhio aperto per quelli futuri, e pensare a qualche domanda da porle quando la incontrerò (alcune le ho già in mente). 

3 commenti:

  1. Ciao E' tanto che non passavo a trovarti il tempo è sempre più tiranno.
    Sono passata per augurarti buon 1° Maggio e per invitare te ed i tuoi follower a partecipare al Giveaway che parte oggi al Rifugio degli Elfi e che continuerà fino al 16 Maggio prossimo. Nel link trovate tutte le informazioni su come partecipare.
    http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/2017/05/giveaway-il-mutafavole.html
    Buona giornata !

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  2. Voglio leggerlo moltissimo.
    Di Paola, che tra l'altro è una persona davvero molto carina, avevo apprezzato tanto Olivia. :)

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