giovedì 1 dicembre 2016

Una settimana con Zafòn | L'Ombra del Vento














In occasione dell'uscita del nuovo, e ultimo, volume di questa tetralogia torno a parlarvi di uno dei miei autori preferiti: Carlos Ruiz Zafón.
Iniziamo dal libro a me più caro, L'Ombra del Vento.

Titolo: L'Ombra del vento
Autore: C. R. Zafòn
Pagine: 420
Prezzo: 12,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.


Esistono carceri peggiori delle parole.

Non riesco mai a parlare in modo soddisfacente di questo libro, per il semplice fatto che quando devo parlare di uno dei miei libri preferiti mi impappino e non so mai da dove cominciare. Quindi siate pazienti e non mi giudicate, cercherò di fare del mio meglio.

L'Ombra del Vento offre uno dei cast di personaggi migliore di cui io abbia mai letto: Daniel, da ragazzino che ha perso la madre a giovane uomo sulle tracce di un mistero da risolvere; Fermìn, senza la cui simpatia e perle di saggezza non saprei proprio dove sarebbe finito il libro; Julian, profondamente ferito e senza più niente a cui aggrapparsi; tante donne meravigliose che, anche se meno presenti, sono ugualmente fondamentali.

A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.

Ma oltre ai personaggi, una parentesi va assolutamente aperta per le ambientazioni. Zafòn è il motivo per cui io voglio, da anni ormai, visitare Barcellona (ovviamente seguendo anche i luoghi che lui cita nei libri, perché sì). E non solo la bellissima e distrutta Barcellona degli anni 50, ma anche il famosissimo Cimitero dei libri dimenticati, dentro cui è così facile perdersi da aver quasi paura ad entrare (ma ovviamente noi tutti amanti dei libri vorremmo dargli una sbirciatina).

Ed è proprio qui che inizia questo libro che parla di libri. Con un piccolo Daniel che, per la prima volta in vita sua e noi con lui, entra al Cimitero dei libri dimenticati e trova quello che sarà il libro della sua vita, ma di cui nessuno sa niente e del cui autore non si ha traccia. Le cose si complicano quando Daniel inizia a vedere un personaggio che pare uscito dal romanzo, e forse le sue ricerche sono andate troppo in là per tornare indietro.

Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta.

Ultima nota, che rende il romanzo sempre più bello ogni volta che lo leggo, è lo stile di Zafòn. Frasi in cui perdersi, descrizioni che ti portano alle narici l'odore della carta e dietro gli occhi chiusi le strade acciottolate della città spagnola.

Esistiamo fintanto che siamo ricordati.

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