lunedì 19 dicembre 2016

Recensione: And I Darken, di Kiersten White


«Quindi la domanda diventa: cosa sei disposta a sacrificare, figlia del drago? Cosa ti lascerai portare via per conquistare anche tu il potere?»

Titolo: Io sono buio
Autore: Kiersten White
Pagine: 480
Prezzo: 17,90€
Casa Editrice: Fabbri

Trama:
Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L’esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa. Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell’Impero Ottomano – prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria – Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. E in questo triangolo avvelenato forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un’ambizione sfrenata. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all’unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l’amore.

Voto: 4/5

Voi non potete capire quanto io abbia amato questo libro. Non so cosa mi sia preso, ma una volta riuscita ad entrare nella storia e a capire, più o meno, dove volesse andare a parare l'autrice non volevo più uscirne e 450 pagine non erano assolutamente abbastanza. Datemi il seguito ora. Per favore.

Ma andiamo con ordine e quindi la vera domanda è: di cosa parla questo libro? E', praticamente, la storia al contrario di Vlad III di Valacchia, Vlad l'Impalatore, Vlad il Sanguinario, anche conosciuto come Dracula (da Dracul, il suo patronimico), che tutti conosciamo come ispirazione per il noto personaggio. Ecco, noi abbiamo Lada (diminutivo di Ladislav), la versione femminile di Vlad, ma altrettanto brutale e spietata. L'unico vero problema è il suo essere donna, perché in un'epoca del genere le donne non contavano granché e Lada non rinuncia ad essere usata semplicemente come una moneta di scambio dal padre.
Ovviamente abbiamo ben chiaro chi sia la sua controparte, il suo completo opposto, differenza resa ancora più estrema dal legame di sangue: suo fratello Radu, delicato e gentile con tutti, gracile persino.
Altro personaggio fondamentale ai fini della storia è quello di Mehemed, terzo in linea di successione per diventare Sultano dell'Impero Ottomano e unico amico dei due, che però finirà per essere qualcosa di più per entrambi.

    «Durante la nostra prima notte di nozze, ti taglierò la lingua e la mangerò. Così entrambe le lingue che hanno detto sì al nostro matrimonio apparterranno a me, e sarò sposata soltanto a me stessa. Con tutta probabilità morirai soffocato dal tuo stesso sangue, e sarà un peccato, ma a quel punto io sarò marito e moglie insieme, e non diventerò una vedova da compatire.»

Insomma, la premessa è molto interessante, non trovate? 
E' molto bello anche riuscire a vedere che i personaggi crescono, maturano, ma in fondo in fondo il loro animo rimane uguale a quello di quando li conosciamo, molto piccoli se non appena nati: Mehemed vuole conquistare Costantinopoli, Lada vuole tornare in Valacchia, da lei considerata l'unica madre che abbia mai avuto, e Radu vuole proteggere ciò che gli è più caro. Il problema è che gli interessi di tutti si mettono in mezzo e le cose non sono semplici come può sembrare all'inizio.

Quello che più mi ha colpito, ed è anche la cosa che inizialmente non mi sembrava possibile perché entrare nella mentalità intricata del romanzo è piuttosto complicato all'inizio, è che una volta chiuso il libro non ne volevo uscire. Mi sarebbe servito avere subito il seguito a portata di mano, scoprire tutto quello che dovevo scoprire e poi ricominciare la lettura da capo. Il mondo di Lada e Radu, e i suoi personaggi complessi, mi ha conquistata e non volevo più lasciarlo andare.

«Non Dragwlya» disse. «Lada Dracul. Non sono più la figlia del drago.» 
Alzò il mento e puntò lo sguardo sull’orizzonte. «Il drago sono io.»

1 commento:

  1. Ciao Chiara, una lettura sconvolgente davvero, mi ero immaginata un libro completamente diverso <3 Bello!

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