lunedì 25 aprile 2016

Recensione - Girl Runner, di Carrie Snyder

Oh, Aggie <3
Titolo: Girl Runner
Autore: Carrie Snyder
Pagine: 281
Prezzo: 16,50€
Casa Editrice: Sonzogno

Trama:
La ragazza che correva, si chiama Aganetha Smart e, nel 1928, conquistò la medaglia d’oro per il Canada alle Olimpiadi di Amsterdam. Ma chi si ricorda più di lei e della sua gloria passata, ora che vive sola e abbandonata in una casa per anziani?
Eppure, un giorno, la sua tranquilla routine viene interrotta dalla visita di un ragazzo e una ragazza, desiderosi – almeno così dicono – di farsi raccontare la sua storia e girare un documentario sulle sue imprese sportive. Con il corpo debole ma la mente pronta a un’ultima avventura, Aganetha si lascia così caricare in auto e trascinare via. Man mano che il viaggio la conduce verso i luoghi della sua infanzia, nelle brumose campagne dell’Ontario, i ricordi di Aggie (come la chiamavano affettuosamente in famiglia) invadono la scena, si accavallano, raccontando una vita movimentata e intensa. I numerosi personaggi del suo lontano passato tornano così a esistere, più presenti dei vivi che la circondano: c’è Aganetha bambina e poi adolescente che, insieme alle sorelle, impara a conoscere il mondo dei grandi; c’è la Prima guerra mondiale, che si porta via tanti giovani; c’è la scoperta del talento atletico e quell’allenatore che eccita la sua voglia di primeggiare; ci sono i tormenti dell’amicizia femminile e poi quelli del primo amore; infine c’è la donna adulta, alle prese con scelte di vita che non sempre si collocano nel solco della propria epoca. Oltre a una trama ricca di colpi di scena, è la voce narrante di Aganetha a sedurre e ipnotizzare il lettore, con le sue emozioni, la sua forza d’animo e quella speciale generosità che la porta a entrare in contatto con persone molto diverse da lei. Solo quando il suo viaggio si avvia alla conclusione, Aggie scopre che i due giovani che sono venuti a cercarla non sono quel che dicono di essere, e conoscono un segreto che lei non ha mai rivelato a nessuno.

Voto: 4/5

Questo è uno di cui libri di cui ho sentito davvero il bisogno di parlare con qualcuno perché mi ha davvero stupita ed emozionata. Di solito tendo a voler parlare tantissimo dei libri che finiscono con un cliffhanger, o dei libri che non mi sono piaciuti particolarmente o ancora di quelli in cui il protagonista maschile non mi si scolla dalla mente. Beh, non si tratta di nessuno di questi casi, e ora venite a leggere di cosa sto parlando.

La storia ci parla di Aganetha Smart, ormai molto anziana e sopravvissuta a molti, e la sua storia si snoda in due direzioni: quello che sta succedendo ora, nel presente, mentre lei è in casa di riposo e due giovani sconosciuti vengono a prenderla per "fare una passeggiata" e quello che è successo nel passato, da quando era piccola e piena di fratelli, al costante bisogno di correre, alle prime gare e quella medaglia d'oro, l'amore e la perdita di così tante persone da far male soltanto l'idea.

Incontriamo tutti i fratelli e le sorelle di Aggie: Fannie, la più cara a lei anche se solo una sorellastra; Robert, il soldato; Edith, distante; George, quello più ambiguo di tutti; Olive, dolcissima e Cora, dura come la pietra. Poi Robert, il padre, che ha sempre qualcosa da costruire e non parla quasi una volta durante tutto il romanzo e la madre, Jessica, che nella stanza della nonna compie il suo lavoro senza che nessuno ne parli.
E poi chi la sostiene, come P. T. Pallister e la Signorina Gibb, che rimarrà con lei per molto tempo e chi invece la sfida, come la sua amica Glad che non ho decisamente apprezzato, al pari di Johnny. Ma avrete modo da soli di scoprire ogni singolo personaggio, quindi non mi dilungo oltre.

La storia di questa ragazza mi ha fatto provare ogni emozione possibile: ero contenta, triste, arrabbiata, felice, delusa... tifavo per lei sempre di più pagina dopo pagina e venivo pervasa da un incredibile senso di solitudine, durante la lettura, che forse è un po' quello che provava lei stessa. E' una donna forte e indipendente anche agli inizia del 1900, ma penso che lei abbia provato tutto quello che ho sentito io, anche se cercava di non darlo a vedere. E, mamma mia, che tristezza che ho provato nella seconda metà del libro... solo leggendolo potrete capirmi.

E' come se Carrie Snyder ci raccontasse una storia vera, mentre ci parla di Aganetha, anche se lei è solo un personaggio inventato. Questo, secondo me, è anche dovuto al fatto che comunque la ricerca fatta a proposito delle gare di corsa femminili è molto accurata e c'è un personaggio realmente esistito: Alexandrine Gibb, una sorta di guida per la nostra Aggie. Allo stesso modo, è anche vero che alla donne era stato permesso di correre in determinate categorie e poi successivamente fu loro proibito di effettuare gli 800 metri, perché ritenute troppo deboli, fino ai giochi Olimpici del 1960. E non so, ma a me le storie vere appassionano in una maniera diversa: mi sembra doveroso un rispetto in più, mentre leggo, perché sono fatti accaduti davvero. Aganetha avrebbe potuto benissimo essere una di quelle donne la cui storia non è mai stata raccontata.

Fai quello che fai finché sei finito. Sei quello che sei finché non ci sei più.

3 commenti:

  1. Si direbbe un'autentica girandola di emozioni... Fantastico, penso proprio che mi piacerebbe moltissimo leggerlo! ^^

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  2. Ecco come avrei voluto scrivere la recensione di questo romanzo! *_* è stata bellissima!

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  3. Penso proprio di metterlo nella lista dei libri che devo comprare^^

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