domenica 10 aprile 2016

Incontrare Rick Riordan + Bologna's Children Book Fair

Ebbene sì, Martedì 5 Aprile c'ero anche io ad incontrare Rick Riordan a Bologna. Sono stata in fibrillazione dall'istante in cui l'ho scoperto fino a dopo essere scesa da quel palco con il libro autografato, le gambe tremanti e una delle mie tante idiozie appena compiute. Ma ora vi racconto meglio.

Martedì mattina prendo il treno per Bologna, in compagnia del mio caro zietto che prende lo stesso treno tutti i giorni. Dopo più di dure ore di viaggio prima in compagnia dello zio e poi di Girl Runner, di Carrie Snyder (adoro!) sono finalmente arrivata a Bologna dove ho incontrato Vanessa, sua cugina e Martina, entrambe amiche blogger che conosco da tempo e non vedevo l'ora di rivedere. Cercando di capire che strada prendere tra bus e navigatore sul cellulare siamo arrivate al teatro dove c'erano già in coda un centinaio di persone - niente in confronto alle mille del tardo pomeriggio. Più tardi ci hanno raggiunte Nora, Juliette, Susi e Sara, quindi eravamo proprio in buona compagnia! (Trovate tutti i loro blog cliccando sui nomi, alcune lo gestiscono da sole e altre sono collaboratici.)
Il delirio era più o meno quello di un concerto e ci sono stati un paio di momenti in cui le urla stavano per farmi veramente saltare i nervi: arriva il postino, le ragazzine urlano; passa la vecchietta con la spesa, urlano; la signora delle pulizie, urlano. Magari anche alle 10 del mattino quando era totalmente ovvio che Riordan non sarebbe arrivato prima di un pezzo. 
Comunque, l'attesa non è stata così stancante perché non eravamo granché accalcati (non per sei ore almeno, poi nell'ultima mezz'ora è stato un po' un delirio) e abbiamo chiacchierato molto tranquillamente, tranne qualche interruzione di gente che mi urlava "Bella maglietta, Captain America!". Scusate, ma mettere la maglia di Harry Potter non mi sembrava il caso e ho ripiegato su Steve, che non fa mai male.
Flash forward al momento in cui siamo finalmente entrate a teatro ed è arrivato lui, Rick Riordan. Che ha parlato in italiano tutto il tempo! Ci ha detto che sta studiando italiano da un paio d'anni e venendo in Italia non vedeva l'ora di fare un po' di pratica. Ma non solo, ci ha rivelato tante cosine interessanti.

Dopo la precisazione che il suo cognome si pronuncia Raiordan, e non Riordan, è stato intervistato da uno dei due autori di Berlin, Fabio Geda.
Primo tra tutti, e non sapete quanto mi sono emozionata nel sentirlo: nel prossimo libro, Le Sfide di Apollo, ci sarà un nuovo personaggio italiano, Chiara! Ora, io non so mai quanti di voi siano a conoscenza del fatto che io faccio Chiara come nome di battesimo, però ecco... non c'è mai stato nessuno che si chiamasse come me in un libro e ora Riordan! Awwww.
Poi hanno toccato lo spinoso argomento dei film, parecchio diversi dai libri, e lui ci ha svelato di non averli neanche mai visti, anzi... leggere i copioni gli è bastato e non ha voluto sapere altro.
Ma voi lo sapevate che lui prima scriveva thriller? Beh, direi che i libri per ragazzi gli vengono molto meglio, no?
Ci ha anche detto che per tanti suoi personaggi si è ispirato a suoi alunni, come per esempio Sam, una delle compagne di avventura di Magnus Chase, una ragazza musulmana. In passato ha avuto una studentessa musulmana a lui molto cara che ha vissuto un momento piuttosto brutto nei primi anni duemila, con l'avvento degli attentati terroristici: aveva capito che tutti avrebbero cambiato opinione su di lei. 
Ed è anche questo il bello dei suoi libri, che affrontano le diversità: abbiamo personaggi di diverse religioni, personaggi gay, personaggi di colore... Insomma, come si fa a non amarli?

Poi, dopo questa bellissima intervista, abbiamo la parte degli autografi. Ho scelto di portare Il Marchio di Atena. Per come sono fatta io, avrei portato Il Ladro di Fulmini, l'inizio della storia, ma l'edizione a 5€ mi sembrava non rendesse giustizia. Allora mi sono buttata sulla serie degli Eroi dell'Olimpo, che ho tutta in copertina rigida, e il mio preferito è proprio Il Marchio di Atena, quindi non avevo più dubbi (e poi, beh, è il libro dei Percabeth in pratica, ed è strapieno di post-it blu che indicano le loro scene).
Ora, dopo che la fila non si è mossa per 15 minuti, quando abbiamo iniziato ad avanzare ho iniziato a riflettere su parecchie cose: ma gli parlo in italiano o in inglese? E che gli dico? Grazie? Parli italiano meglio di me? Amo i Percabeth alla follia? Domani ci sei in fiera a Bologna? (Ovviamente l'ultima con il sottinteso: così posso farti altri mille domane). Mi chiamo Chiara anche io? (Non poteva personalizzare gli autografi, ma chissà che, dicendogli così non mi avrebbe aggiunto un "Per Chiara").
Alla fine opto per chiedergli di Bologna. Ma le cose precipitano e finisce più o meno così:
Passo il libro al tizio, che lo passa alla tizia che lo apre e lo passa a Rick. Io mi avvicino.
"Grazie per l'autografo!"
"Prego!"
"Posso chiederti una cosa?"
"Certo!"
*Rick inizia a sfogliare i miei post-it*
*io mi distraggo pensando a cosa pensa lui dei post-it*
*non riesco a continuare la mia frase e...*
"I post-it blu sono per Percy e Annabeth"
"Sì?"
*finisce il tempo, vengo spinta via per far spazio a chiunque ci fosse in coda dopo di me*
Ma voi capite? Di tutte le cose intelligenti che potevo dirgli? No, io faccio così. Basta, chiamatemi la Principessa dei Post-it.
Potrei mandarla alla pagina facebook delle Brevi storie tristi. Secondo me la pubblicano.
Grazie anche alla signorina che mi ha dato una mano a scendere dal palco perché la scala era ripida e le mie gambe non collaboravano

***
Il giorno seguente invece, dopo che Vanessa mi ha ospitato per la notte, io lei e Susi siamo andate a fare un giro alla Fiera di Bologna. Non vedevo l'ora.
La Fiera in sé è sorprendente: il posto è enorme e ovunque ti volti vedi libri. E' stata una bella esperienza, ed essendo anche un evento infrasettimanale è anche stato meglio del bagno di folla fatto l'unico anno in cui sono stata al Salone a Torino. 
Vedere editori da tutto il mondo è stato magnifico, soprattutto per le traduzioni di alcuni dei tuoi libri preferiti. Ovviamente gli stand principali in cui abbiamo bazzicato erano quelli italiani (penso di aver riconosciuto tre o quattro addetti stampa a cui parlo spesso, ma ero troppo timida per presentarmi) e quelli americani, con le loro cover bellissime e tutte in bella mostra.
Abbiamo cercato di vedere Alexandra Bracken, l'autrice di Passenger e di Darkest Minds, ma non siamo riuscite a trovarla. O meglio, sapevamo dov'era e penso anche di averla vita, con quella testolina bionda, ma non potevamo entrare nell'area riservata ad autori ed editori, quindi nulla.
In compenso però abbiamo recuperato diverse spille e cartoline e una di queste siamo riuscite a farla autografare da Cecilia Randall, ed è finita dritta dritta nella mia copia di Hyperversum!
Speriamo che il prossimo anno organizzino altri eventi del genere perché mi sono proprio divertita!

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