lunedì 22 febbraio 2016

Recensione - La notte che ho dipinto il cielo, di Estelle Laure

Sono tornataaaaaa!
Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Autore: Estelle Laure
Pagine: 315
Prezzo: 14,90€
Casa Editrice: DeAgostini YA

Trama:
Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrennie sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra. Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì? L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi…

Voto: 3/5

Ogni tanto un libro dai temi complicati lo leggo anche io, ebbene sì. A volte abbandono i Contemporary e i Fantasy che in genere prediligo e mi tuffo in una lettura che spero sia più profonda, drammatica, genere che leggo meno spesso di quanto vorrei. Il problema è che appunto, trattando di temi delicati, sono piuttosto pretenziosa, mi viene difficile lasciar correre.

This raging light - titolo originale - parla di Lucille e Wren due sorelle che si trovano catapultate in una situazione non esattamente felice: il padre le ha lasciate, la madre le ha lasciate, e se i servizi sociali lo scoprissero dovrebbero lasciare la casa e forse addirittura essere separate. 
Capite cosa intendevo con drammatico? Ecco.

Lucille si prende tutte le responsabilità del caso; cerca di pagare le bollette, si trova un lavoro, cerca di indagare tra i sentimenti di Wren, la sorellina piccola, che ovviamente risente più di tutti dell'abbandono dei genitori. E Wren è tenerissima, come solo una ragazzina di dieci anni amante dei programmi di cucina può essere.
E poi ci sono i gemelli, Eden e Digby, migliore amica e cotta della nostra protagonista ma... non mi hanno detto granché. Nel senso, avevano i loro lati buoni, ma non mi è sembrato che spiccassero per carattere o idee brillanti. Non li ho sentiti vivi, veri e non mi hanno trasmesso tutto quello che speravo.

Forse è stato un mio problema, non lo escludo, ma ho trovato i temi trattati a volte in modo leggermente superficiale, facendo compiere ad personaggi alcune azioni che secondo me poco avevano a che fare con il carattere che l'autrice aveva pensato per loro. Madri amorevoli che secondo i figli avrebbero sicuramente mandato in rovina tutti, ragazzi dal cuore d'oro che compiono scelte completamente opposte a quello che farebbero normalmente... questo aspetto proprio non mi ha convinta. 

Al contrario ho trovato lo stile piuttosto scorrevole, anche se in alcuni punti leggermente forzato; mi ha dato l'impressione di voler imitare la "leggerezza" di John Green, che lui riesce a mantenere anche nei momenti più drammatici, ma qui, per un motivo o per un altro, secondo me stonava.
In ogni caso si è mantenuta in generale sul semplice e delicato, senza troppe pretese.

Avrei voluto anche qualche risposta in più dal finale, che mi ha ricordato un pochino quello di Resta anche domani (ma in quel caso per lo meno c'era un seguito). Ci sono ancora parecchie questioni in sospeso e se da un lato, nelle ultime righe, qualche risposta ci viene data, tante altre domande sono ancora lì, sospese. Voleva farci ragionare? Ci lascia un finale aperto apposta? Voleva un appiglio per un secondo volume? E chi lo sa. Di sicuro sono curiosa di scoprirlo.

Purtroppo, dopo averlo letto, non credo sia esattamente il libro migliore dell'anno come tanti hanno proclamato, un po' perché è decisamente troppo presto per parlare di "Miglior libro del 2016" ma soprattutto perché mi ha un po' delusa.
Credevo mi sarei commossa, che avrei imparato qualcosa da questa lettura ma alla fine ho solo passato qualche ora a cercare di capire dove la Laure intendesse andare a parare, e non sono ancora sicura di averlo capito. 

Solo perché non si vede non significa che la crepa non ci sia

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