lunedì 23 settembre 2019

Recensione: Il Re Malvagio, di Holly Black

Ho ritrovato questa recensione tra le bozze dei post e mi sembra il caso di pubblicarla dato che il volume esce domani in italiano!
L'unica cosa che ho da dirvi è PREPARATEVI, perché il terzo volume non arriverà mai abbastanza in fretta.
Titolo: Il Re Malvagio (The Folk of Air #2)
Autore: Holly Black
Pagine: 276
Prezzo: 19€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Per tenere al sicuro il fratello più piccolo, Jude è stata costretta a legare a sé Cardan, il re malvagio, mettendogli a disposizione, in cambio, il proprio potere, indispensabile per mantenere saldo il trono. 
Ma per la ragazza la convivenza con lui non è affatto semplice, visto che alla già difficile situazione della corte, dove le alleanze sono tutto tranne che stabili, si somma l’estrema imprevedibilità di Cardan. Quest’ultimo, infatti, incapace di liberarsi della fascinazione che prova per Jude, fa di tutto per umiliarla e comprometterne la credibilità. 
Inoltre, qualcuno di molto vicino alla ragazza sta per tradirla, minacciando la sua vita e quella di chiunque lei ami. 
Venuta a conoscenza del pericolo imminente, Jude, sempre in lotta coi suoi sentimenti per Cardan, si lancia alla ricerca del traditore…
Voto: 4/5


Sono sotto shock e penso che lo sarò ancora per quando questo libro uscirà in Italia e pubblicherò questa recensione. Ho finito il romanzo questa mattina e devo dire che propio non me lo aspettavo questo colpo di scena finale... o meglio, fino alla fine mi ero autoconvinta che non sarebbe stato possibile.

Ad ogni modo sono qui per parlavi del secondo volume della trilogia The Folk of Air che era iniziata con Il principe crudele. Proprio questo romanzo era stato la mia introduzione a Holly Black, un'autrice che non credevo potesse rientrare nelle mie corde in quanto la consideravo piuttosto oscura e devo dire che in realtà le fate non sono proprio la mia creatura preferita, ma le sto molto rivalutando e con loro anche l'autrice.

Se Il Principe Crudele mi aveva convinto, soprattutto sul finale quando le cose iniziavano veramente ad ingranare, a continuare la serie, The Wicked King mi ha lasciata a bocca aperta e in trepidante attesa dell'ultimo volume. Il libro si intitolerà The Queen of Nothing e non ci fa esattamente ben sperare.

Per una volta siamo trascinati direttamente nel mezzo della storia: niente più attese, niente world building da primo romanzo, niente andare piano per conoscere meglio i personaggi. Finalmente. Qui è tutta azione, o meglio piani malefici che preparano all'interazione tra le fate dell'Aria e, come potreste aver intuito dalla cover, quelle dell'Acqua, una nuova forza pronta ad acquisire potere.

Avevamo lasciato Jude e Cardan in una posizione abbastanza complessa che non sapevo veramente come potesse evolversi: Cardan, per un anno e un giorno, era diventato il re-marionetta nelle mani di Jude. Jude, allo stesso tempo, si era ritrovata più potere di quanto ne avesse mai avuto tra le mani, senza però poterlo dire a nessuno. Dopo 5 mesi la situazione sembra essere in stallo.

Jude, che fondamentalmente non aveva mai avuto grande potere (in genere avevano potere gli altri su di lei, un'umana in un covo di fate malvagie), ha preso gusto nella sua posizione di potere tanto che spesso si chiede se riuscirà a lasciarla. Questo è incredibilmente umano, mostra anche uno sviluppo del personaggio interessante in quanto si rivela non essere affatto perfetta come invece la sorella gemella Taryn pare voler sembrare (ma non essere).
Cardan allo stesso tempo si è lasciato andare, è semplicemente un pupazzetto nelle mani di Jude e non gli interessa regnare... o forse no.
L'attrazione tra i due, mista ad un odio reciproco, è sempre più presente con l'avanzare del romanzo ed evolve con i due protagonisti. Se sia più odio o amore non ve lo posso proprio dire, dovete leggerlo.

Mentre in The Cruel Prince - titolo originale - erano molto più predominanti personaggi come Madoc, il "padre" adottivo delle gemelle, Tayrn e Locke, questi sono un po' più marginali ma rimangono, a tratti, sempre delle figure chiave. E sempre meno affidabili.
Dire che la Black riesce a farteli odiare è un eufemismo, ma soprattutto mi colpisce come riescano ad apparire freddi tanto da non riuscire a capire come possano decidere di comportarsi. Tutte le fate dell'autrice sono così e ogni volta mi stupiscono.

Holly Black mi ha lasciata perplessa sul finale, che mi ha allo stesso tempo intrigata molto, perché era un plot twist che veramente non mi aspettavo e che non mi permette di anticipare nessuna mossa dei personaggi nel futuro terzo volume. L'unica cosa che ho imparato è che veramente non ci si può fidare di nessuno, né fata né umano.

You must be strong enough to strike and strike and strike again without tiring. The first lesson is to make yourself that strong.” 

lunedì 16 settembre 2019

I libri della Readathon #2 | Recensione: City of ghosts, di Victoria Schwab

Titolo: City of Ghosts
Autore: Victoria Schwab
Pagine: 285
Prezzo: 7.99£
Casa Editrice: Scholastic
Sarà edito in Italia a partire dal 2020 grazie a Oscar Vault!

Trama: [Traduzione mia]
I genitori di Cassidy Blake sono gli Inspecters, un team (abbastanza incapace) di cacciatori di fantasmi. Ma Cassidy può VERAMENTE vedere i fantasmi. Il suo migliore amico, Jacob, è infatti uno di loro.
Quando gli Inspecters approdano nella super infestata Edimburgo, Scozia, per la loro nuova serie televisiva, Cass - e Jacob - li seguono. In Scozia, Cass è circondata da fantasmi, non tutti amichevoli. Poi incontra Lara, un'altra ragazza che riesce a vedere i morti. Ma Lara svela a Cassidy che, in quanto persone capaci di stare a metà tra i due mondi, il loro compito è quello di mandare i fantasmi oltre il velo in maniera permanente. Cass non è convinta di questa sua nuova missione, ma sa che la spaventosa Corvo Rosso che infesta la città non appartiene al suo mondo. I poteri di Cassidy la lanceranno in una battaglia epica, tra il mondo dei vivi e dei morti, per salvare se stessa.

Voto: 3.5/5



Come riconoscere il target a cui Victoria si sta rivolgendo? Bene, basta semplicemente guardare con che nome è stato pubblicato il romanzo. V. E. Schwab è per i suoi libri "Adult", mentre Victoria per quelli YA o middle grade. Detto questo, vi assicuro che City of ghosts può essere letto da tutti senza alcun tipo di problema. Vi dirò di più, penso proprio che potrebbe piacere sia a grandi che a più piccini.

Essenzialmente si tratta di una storia di fantasmi. In realtà ha la potenzialità di andare più in là di qualche storia spaventosa. 
Cassidy è la nostra protagonista e Jacob è il suo migliore amico. Peccato che Jacob sia un fantasma. Peccato anche che i fantasmi che i due stanno per incontrare, in un tour delle città più infestate del mondo, non siano amichevoli come Jacob.

Leggendo il romanzo, anche questo durante la readathon, non sono riuscita a staccarmi dalla pagine e non solo perché volevo leggerlo prima della fine delle 24 ore. Nonostante sia un middle grade, e lo si capisce benissimo se non altro almeno dal font con cui hanno deciso di pubblicarlo, non ho mai sentito la mancanza di quella profondità, di quella morale, che caratterizza di solito i suoi libri. L'ho percepito veramente come un libro che piacerebbe a tutti, con quell'atmosfera fatta di nebbia e fantasmi che la sera tardi fa comunque venire un brividino, a qualsiasi età (o se si è appena appena fifoni come me).

Lo stile della Schwab non si discute, riesce a rendere tutto interessante e fa voltare le pagine in fretta. In più c'è da dire che l'ambientazione scozzese non ha potuto che aiutare: è una vita che vorrei visitare la città ma non ho ancora avuto l'occasione. C'è stata una mia amica da poco e avrei voluto mandarla a fare un tour di tutti i posti del libro.

Attendo con ansia il primo ordine su Amazon e il momento in cui potrò acquistare la prossima avventura di Cassidy e Jake a Parigi (è uscito in inglese i 3 settembre!), perché di gatte da pelare ne hanno diverse dopo quel finale. Poi, mi sbaglierò, ma sono abbastanza convinta che alla fine della trilogia verserò qualche lacrimuccia.

Un piede dalla parte dei vivi, e uno con i morti

lunedì 9 settembre 2019

I libri della Readathon #1 | Recensione: Landline, di Rainbow Rowell

Come (forse) sapete da diversi anni io ho una squad di amici blogger e amanti dei libri. È un gruppo fatto di eventi, firmacopie e sopratutto di sushi... e una volta all'anno, negli ultimi tre anni, abbiamo una readathon. Si tiene di solito in agosto e ogni anno partecipano sempre più persone, il che mi rende molto felice. Ci trovate, tra l'altro, su IG a @bs.squadreadathon.
Quest'anno ho completato una graphic novel e due libri e volevo giusto parlarvene.

Titolo: Ti chiamo sul fisso
Autore: Rainbow Rowell
Pagine: 352
Prezzo: 18, 50€
Casa Editrice: Piemme

Trama:
Se ti capitasse una seconda possibilità in amore, faresti di nuovo la stessa scelta? Se si parla di macchine del tempo, un semplice telefono non sembrerebbe il modo più sofisticato di viaggiare nel passato... Eppure quando Georgie, madre di due bambini e autrice televisiva perennemente sotto stress, mette piede nella casa della sua infanzia, e in un momento di nostalgia alza la cornetta del vecchio telefono fisso - un vero reperto archeologico -, improvvisamente è trasportata a quindici anni prima. Non nel senso che può vedere il suo passato. Ma nel senso che può telefonargli. Sperando che il passato risponda. Sperando che Neal, quello che oggi è suo marito e allora stava per diventare il suo fidanzato, risponda... Perché se c'è una cosa che Georgie cambierebbe della sua vita è il modo in cui il suo matrimonio si è pian piano spento, fino a ridursi a quello che è oggi. Forse parlando al telefono con il Neal di ieri potrà rimediare a cose che oggi sembrano irrimediabili. Forse quello stupido telefono, così antiquato da essere ancora attaccato a un filo, può davvero darle una mano...

Voto: 4/5

Ho finalmente recuperato l'ultimo libro che mi mancava di Rainbow (sì, non ho mai finito Carry On, ma tutti gli altri li ho letti giuro). E che dire, la Rowell non si smentisce mai.

Uscito in Italia qualche anno fa col titolo di Ti chiamo sul fisso, tratta della storia di Georgie e Neal, una coppia in crisi. Se come me eravate un po' frenati dal fatto che di solito la Rowell scrive YA e invece questo è etichettato più come romanzo di adulti in realtà non dovete temere: il telefono magico che Georgie trova nella sua stanza non solo le permette di parlare con un Neal al college ma l'intero romanzo è intervallato da flashback sulla loro relazione e sulla vita di Georgie un po' in generale.

Quello che mi ha colpito in realtà è stato che, come mi hanno fatto notare, di solito nei libri della Rowell non succede molto. O meglio, lasciatemi spiegare. Ho parlato con un paio di persone che non sono mai rimaste impressionate (o folgorate, come me) dalle sue storie per il semplice fatto che sono molto spesso romanzi che non vanno da nessuna parte nel senso di misteri da risolvere o grandi plot twist. Si limitano a parlare di vite di persone e di problemi di persone e di relazioni tra persone. Che è già un ottimo, e vasto, bacino da cui attingere. Ma in effetti non c'è mai qualche grande segreto svelato alla fine, qualcosa che ti tiene col fiato sospeso. Qui un pochino sì. Per cui se qualcuno di voi ha avuto lo stesso problema con le sue storie, magari questo potrebbe piacervi più di altri. Tentate, non si sa mai.

In più devo dire che sia Neal che Georgie non sono personaggi che di per sè mi sarebbero potuti piacere. D'altronde sono loro stessi, i loro caratteri e le loro priorità che li portano ad avere problemi quindi perfetti non potevano di certo essere. Qui però funzionano. Il modo in cui la storia è strutturata, nel periodo natalizio tra l'altro, rende tutto molto interessante e secondo me si riescono anche a capire determinate decisioni e comportamenti.

L'escamotage del telefono che chiama il passato è veramente molto interessante secondo me e aggiunge quell'elemento di realismo magico che ogni tanto mi piace leggere. Di solito preferisco il mondo magico con tutte le regole e il perché le cose funzionano così, non mi piace restare all'oscuro, ma qui è un elemento talmente piccolo, benché fondamentale, che non mi ha dato troppo fastidio. Il telefono chiamava nel passato perché doveva essere così e basta.

Ora non mi resta che attendere il prossimo romanzo da divorare: Rainbow ha appena pubblicato Wayward Son, il seguito di Carry On, e anche la graphic novel Pumpkinheads (su cui non vedo l'ora di mettere le mani), ma io ho bisogno di qualcosa come Fangirl o il seguito di Eleanor&Park, che ha più volte detto che potrebbe scrivere e poi non ha mai scritto. Io aspetto. Da qui non mi muovo.

Non sapevo cosa mi mancava prima di incontrarti
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...