venerdì 8 marzo 2019

I libri che ho deciso di portare a Venezia


Quando è arrivato il momento della partenza è arrivato il grande problema della separazione tra me e le mie sei librerie piene fino all'orlo. In realtà, in previsione di tornare il più spesso possibile a casa, avevano messo in conto di portare veramente solo un libro o due Peccato che poi le persone abbiano iniziato a chiedermi che cosa avessi deciso di portarmi e un po' l'ansia da separazione, un po' l'aver iniziato a pensarci seriamente, ho portato con me 8 libri e ovviamente il fidato e leggerissimo kobo.

Sono andata un po' ad istinto alla fine, perché tutti i metodi che avevo valutato diventavano troppo complicati. 

Volevo portare i miei libri preferiti, perché sono quel genere di persona che ha almeno due, se non tre, copie dei suoi volumi del cuore. Ma la cosa diventava poco pratica (sono un po') nel caso in cui avessi voluto portare anche cose mai lette. È anche vero che io rileggo spesso, so che molti non lo fanno ma a me piace e ho spesso periodi in cui sento il bisogno di rileggere cose già lette per tornare nell'ambiente familiare e allo stesso tempo notare magari cose che all'inizio avevo del tutto ignorato. Comunque non era una buona soluzione. Però un preferito me lo sono portata: Wolf, di Ryan Graudin. Ne ho tre copie, quindi in entrambe le case ce n'è sempre una da sfogliare (la copia staffetta italiana, la copia definitiva italiana e anche la copertina rigida inglese). In più è proprio qui di fianco a me che aspetta di essere riletto per l'ennesima volta.

Ultimamente ho notato che tendo a gravitare verso la prima libreria che si vede quando entro in camera, e di conseguenza quella che di solito appare meno in foto o video su instagram, che è piena di fantasy in lingua inglese. Sarà che è anche quella in cui tendenzialmente metto gli ultimi arrivi e che di conseguenza mi attirano di più al momento, ma spesso snobbo le altre librerie, in particolare la parete colorata. Mi sono sforzata allora e ho deciso di recuperare sì qualche fantasy o qualche serie YA che ho in lista da un po', ma anche di dare spazio al resto. Per questo ho portato con me Renegades (un magnifico hardback che avevo il terrore di rovinare nel viaggio... è enorme tra l'altro), The Winner's Curse, che ho in libreria da un secolo e non posso ignorare ulteriormente, e ovviamente Everbound e Evertrue di cui ho ripreso la lettura proprio in questi giorni.

Ma cosa fai, non te lo porti un classico? Direttamente dagli scaffali dei classici è uscito Il buio oltre la siepe, che se vi ricordate avevo inserito anche nella TBR del 2019. Sulla stessa lunghezza d'onda, anche loro in lista, ho portato con me La Bussola d'Oro, visto che devo mettermi in pari prima dell'uscita della serie tv e La canzone di Achille, un regalo di dicembre.

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