Titolo: What if it's us
Autore: Becky Albertalli e Adam Silvera
Pagine: 368
Prezzo: 12$
Casa Editrice: Harper Collins
Trama: [Tradotta da me]
ARTHUR è a New York solo per quest'estate, ma se Broadway gli ha insegnato qualcosa, è che l'universo può farti vivere una storia amore incredibile quando meno te l'aspetti.
BEN pensa che l'universo si debba fare i fatti suoi. Se l'universo fosse stato dalla sua parte, non starebbe andando alla posta con una scatola piena di cose del suo ex.
Ma quando Arthur e Ben si incontrano all'ufficio postale, cos'avrà in serbo per loro l'universo?
Magari niente. In fondo vengono separati.
Magari tutto. In fondo riescono a riunirsi.
Ma cosa succede se non riescono ad avere un buon primo appuntamento dopo tre volte che ci provano?
Cosa succede se Arthur si impegna troppo e Ben troppo poco?
Cosa succede se la vita non è realmente un musical di Broadway?
Ma cosa succede se lo è?
Voto: 3.5/5
Migliori amici che scrivono insieme, interessante no? Ma quando sono due autori già abbastanza affermati, per lo meno in America, e con due stili piuttosto diversi, è davvero una buona idea?
Beckly Albertalli è conosciuta e amata per il suo Simon vs The Homo Sapiens Agenda (in italiano come Non so chi sei ma io sono qui, o anche Love, Simon) che appartiene ad un filone di letteratura sempre molto diversa e positiva, simpatica, carina, impegnativa fino ad un certo punto. Adam Silvera invece scrive libri tristi, belli o brutti non lo so, ma sicuramente ho visto più youtuber piangere per un libro di Silvera che di chiunque altro (e con titoli come More happy than not e They both die at the end, mi sembra abbastanza plausibile). Per cui un romanzo su due ragazzi, forse destinati ad incontrarsi o forse no, sembrava più nelle corde della prima che del secondo. Eppure hanno saputo entrambi stupirmi, perché il libro scorre via come niente e fa anche divertire, nonostante ci siano diversi momenti di tensione.
Fatta la mia premessa sugli autori e le loro differenze, ora vi devo parlare della vera cosa che mi ha attirata: È UN LIBRO CON I MUSICAL. O meglio Arthur, uno dei due protagonisti, è assolutamente ossessionato da Broadway e si da il caso anche da due dei miei musical preferiti: Hamilton (li vedete i cuori e le lacrime che escono dal pc?) e Dear Evan Hansen, da cui prende il titolo (Only us è una canzone del musical che ripete: What if it's us, what if it's us and only us?). So che con tutti questi dettagli avrò allontanato un sacco di potenziali lettori, ma posso assicurarvi che Ben, l'altro protagonista, è piuttosto ignorante in fatto di musical quindi non vi preoccupate: se non cogliete i riferimenti, non siete i soli e vi verranno spiegati sapientemente da Arthur.
Detto questo è anche un libro molto profondo sulla questione dell'omofobia, di come un ragazzo di una piccola città si aspetta di trovare mille ragazzi una volta arrivato a New York e invece la cosa si rivela più difficile del previsto e anche con diversi ostacoli. È un romanzo che si pone mille dubbi, come si può già intuire dal titolo, e che non si capisce bene dove voglia andare a parare ma si rivela un ottimo connubio tra i due autori, a mio parere.
Il livello di inglese non mi è parso complicato, in più essendo un contemporary è davvero piuttosto semplice (al contrario di Fantasy che risultano sempre più complicati) e molto scorrevole. Le due prospettive si alternano di continuo e i capitoli non sono lunghissimi (grazie al cielo! Sto leggendo Six of Crows della Bardugo e i capitoli sembrano non finire mai), quindi potrebbe essere adatto anche ai meno abituati alla lettura in lingua.
D'accordissimo sul fatto che leggere narrativa generica senza andare sui Fantasy è molto più facile se ci si avvicina all'inglese. Questo romanzo non sembra per nulla male... anzi, da come ne parli sembra che tratti un tema importante come si deve! Grazie per la recensione:)
RispondiElimina